"I nostri esami validi: il mare era pulito"

La Regione bacchetta Rimini, ma il laboratorio privato a cui il Comune si era affidato per i rilievi replica: "Test conformi alle norme"

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I controlli sulla qualità del mare? A Palazzo Garampi hanno deciso: Rimini continuerà a farli anche in proprio. Non per sfiducia nei confronti di Arpae, ma dopo il disastro dei giorni scorsi – fanno capire dall’amministrazione – diventa ancora più fondamentale potenziare i controlli. Perché ancora non è stata trovata una vera e propria spiegazione ai valori anomali di escherichia coli rilevati lungo quasi tutto il litorale riminese, che hanno fatto scattare i divieti di balneazione per un giorno e mezzo. Non solo: una volta accertati quei valori anomali, ci sarebbero stati ritardi da parte dei tecnici di Arpae nelle successive analisi. Per questo, pare, alcuni divieti sono rientrati già nella giornata di giovedì, a poche ore da quando era scattato lo stop ai bagni, mentre per gli altri tratti si è dovuto attendere fino a venerdì.

Da Palazzo Garampi ieri nessuna dichiarazione, ma la polemica continua. Specie dopo le parole di Irene Priolo, assessore regionale all’Ambiente, a margine della conferenza stampa di venerdì in cui la Regione ha fatto il punto, addossando la colpa dei valori abnormi di batteri in mare al "caldo anomalo". "Il Comune di Rimini – ha detto la Priolo – ha deciso per scrupolo di effettuare una analisi tecnico-scientifica diversa dalla nostra, che invece è validata a livello nazionale. Ho detto al Comune che siamo disponibili al confronto, però la loro metodologia non è considerata scientificamente adeguata per le acque del mare Adriatico. Dal punto di vista istituzionale i rilievi vengono effettuati da Ausl e Arpae ed è da questi che dipendono i provvedimenti", quindi i divieti. Insomma: quelle eseguire dal centro privato Lav per conto del Comune di Rimini non sono analisi valide, per la Regione.

Apriti cielo. Il centro Lav aveva svolto i controlli in mare lo stesso giorno (il 26 luglio) e negli stessi tratti a Rimini in cui Arpae effettuava le analisi, rilevando - al contrario di Arape - valori di escherichia coli nella norma in tutti i punti. Ieri il laboratorio privato ha replicato in modo molto piccato alla Regione. "Il 26 luglio uno dei nostri tecnici, in presenza del personale tecnico del Comune di Rimini, ha eseguito i campionamenti delle acque in mare secondo quanto indicato dal decreto ministeriale del 30 marzo 2010. La metodica analitica usata dal nostro laboratorio per la rilevazione dei valori di escherichia coli è prevista dallo stesso decreto". Pertanto "la metodica impiegata dal nostro laboratorio – continuano dal centro Lav – è pienamente conforme alla normativa e idonea alla tipologia dei campioni analizzati. La gran parte dei laboratori privati italiani usa questa metodica, in quanto richiesta esplicitamente dalla normativa vigente e applicabile alle acque di balneazione". Invece "Arpae da qualche anno usa un’altra metodica, per una questione di tempistiche e di una più rapida gestione dei divieti di balneazione ma non perché scientificamente più adeguata".