Il chiosco guarda al futuro: "Ora aperti non solo d’estate"

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La fine di un incubo: ha riaperto il bar Jole. Inaugurazione ufficiale ieri mattina per la versione 4.0 dello storico baretto che dagli anni Sessanta sforna brioche e cappuccini sul porto, da tempi più recenti cocktail, drink e piccola ristorazione. Riapre a quattro anni di distanza dall’ultima estate di operatività, quella del 2018, e oltre due dalla demolizione per abusi edilizi, il 2 marzo 2020. Riapre con l’intera giunta schierata, insieme all’ex sindaco Andrea Gnassi e con Stefano Fiorani, uno dei due figli di Jole Cenni, a fare da anfitrione e ‘tagliare il collo’ alla bottiglia di champagne magnum per salutare il ritorno.

Che se da un lato è in forma ridotta rispetto alle dimensioni precedenti (50 metri quadrati di superficie coperta, circa 170 di ‘terrazzino’ per un centinaio di posti a sedere), dall’altro vedrà il locale estendere l’apertura dalla sola stagione estiva a buona parte dell’anno. "Puntiamo su almeno 8 o 9 mesi di operatività – spiega Fiorani –. Il locale è stato ricostruito, in prefabbricato, seguendo ovviamente i nuovi standard urbanistici e con la materiale ecocompatibile e spazi ottimizzati". "E’ un luogo nel cuore dei riminesi – commenta il sindaco Jamil Sadegholvaad –, che finalmente riapre, ancora più bello di prima". "Mi ci portava mio nonno quand’ero bambino – sorride Andrea Gnassi –. Mi ricordo le motonavi turistiche qui davanti, Patrizia e Glentor". I problemi per il bar Jole erano iniziati nell’estate 2016, dopo un controllo della Soprintendenza. A risultare in parte abusivo il gazebo esterno. Poi un esposto in Procura, cui seguirono verifiche degli uffici comunali e la conferma degli abusi per parte delle strutture. Un braccio di ferro con la proprietà che sfociò nella revoca della licenza, nel novembre 2018, e nella demolizione, il 2 marzo 2020. Prima di questo nuovo capitolo.