Il Comune dà un taglio a luce e gas Ecco il piano per risparmiare 2,6 milioni

Negli uffici pubblici è già stop all’aria condizionata, meno illuminazione nei corridoi e accensione ritardata del riscaldamento

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Persone al freddo, ma quadri al caldo, se no rischiano di rovinarsi. E’ una delle conseguenze paradossali del boom dei costi energetici, e conseguenti tagli su luce e gas. L’assessore all’Ambiente Anna Montini (in foto a destra), insieme all’energy manager, ai dirigenti e ai tecnici dei vari settori del Comune, ha fatto il punto sulle strategie di intervento "a contrasto del caro bollette" (le linee guida confluiranno in un provvedimento da sottoporre alla giunta). Un documento con una serie di provvedimenti locali – riscaldamento e illuminazione di uffici, palestre, strade, piazze, parchi – che affiancheranno quelli del governo. Un percorso che Rimini ha avviato da vari mesi, con alcune misure già partite. Ad esempio, dall’altro ieri, aria condizionata spenta negli uffici pubblici.

Dove, riguardo al riscaldamento, l’obiettivo è "spostare l’accensione il più avanti possibile", tenendo conto ovviamente del meteo. Già nel 2021 negli uffici i termosifoni vennero accesi 15 giorni dopo la data standard (15 ottobre). Si valuterà anche la riduzione dell’accensione giornaliera. Probabilmente ci sarà meno luce nei corridoi e in spazi di passaggio. Ai dipendenti comunali sarà dato un vademecum sulle ’buone pratiche’ nei consumi. Le misure sopra citate "non sono applicabili nei musei, che hanno esigenze di temperatura e idrometria da garantire a tutela beni artistici". Ancora: l’intenzione dell’amministrazione è di escludere asili nido e scuole dell’infanzia da misure di contenimento. L’idea è mettere in protezione il più possibile i servizi educativi e scolastici. Si faranno valutazioni per l’utilizzo delle palestre scolastiche; l’idea è raggruppare le attività ed evitare tempi morti, di inutilizzo, nell’arco della giornata.

Illuminazione pubblica. Anche qui si attendono le indicazioni del governo; che probabilmente ridurrà i punti luce pubblici e dell’illuminazione dei monumenti pari al 40% su tutto il territorio nazionale. Il progetto comunale "garantirà un risparmio energetico di oltre 8,6 milioni di kWh annui, ovvero il 62% rispetto al consumo annuale di riferimento". Su 4,6 milioni attuali l’anno se ne risparmieranno circa 2,6. Per quanto riguarda i privati (esercizi pubblici e commerciali) "si valuterà solo in un secondo momento, sempre a seguito delle decisioni del governo, l’introduzione di un eventuale provvedimento". Ad esempio l’obbligo chiusure le porte dei negozi e l’illuminazione delle vetrine.

Mario Gradara