Il fidanzato: "Non sono riuscito a salvare Sonia"

Il compagno della vittima racconta quei momenti terribili in cui ha visto la ragazza morire sotto più di venti coltellate vibrate dal suo ex

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"Lui continuava a colpirla e a colpirla senza dire una parola, c’era soltanto silenzio". Francesco Damiano, 29 anni, il fidanzato di Sonia di Maggio, ammazzata dall’ex con oltre 20 coltellate, parla al telefono come un automa. Rivive quei momenti terribili come se fossero capitati a un altro. Ha visto morire la sua ragazza davanti ai suoi occhi, e quell’immagine se la porterà dietro fino alla fine dei suoi giorni.

Cosa è accaduto esattamente?

"Sonia e io stavamo andando al supermercato per fare la spesa, lui c’è arrivato alle spalle. L’ho riconosciuto subito, lei me l’aveva mostrato molte volte su Facebook. Ma non ho fatto in tempo a fare nulla che quell’uomo ha cominciato ad accoltellarla come una furia e non diceva assolutamente niente. Lei ha cercato di liberarsi, ma quello era come impazzito".

Lei che cosa ha fatto?

"Ho cominciato a gridare, mentre cercavo intorno a me qualcosa per difenderla. Io era a mani nude, non avevo niente per colpirlo, lui aveva un coltello. Non trovavo niente intorno, e poi è successo tutto in pochi secondi. Lui continuava a tacere, poi è scappato via mentre io continuavo ad urlare che qualcuno ci aiutasse".

Ha pensato di inseguirlo?

"Sì, ci ho pensato, ma subito mi sono reso conto che dovevo occuparmi di Sonia. Era stesa a terra piena di sangue. Dovevo sapere come stava, pensavo fosse ancora viva. Subito è arrivata tanta gente che l’ha soccorsa, ma per lei non c’era niente da fare. Era morta, me l’aveva ammazzata".

Quando ha conosciuto Sonia?

"Da poco, e da un mese stava a casa mia. Era venuta qui per conoscere i miei genitori, si sarebbe fermata un po’ e poi sarebbe rientrata a Rimini. Nel frattempo io avrei cercato una casa per andare a vivere insieme. Avevamo fatto tanti progetti...".

Sonia le aveva mai parlato del suo ex fidanzato?

"Certo, era impossibile non parlarne, era una persona di cui lei aveva paura. Me l’aveva descritto come un uomo violento, uno che non parlava ma che alzava solo le mani. Lui non aveva mai accettato che lo avesse lasciato, e continuava a tormentarla".

Salvatore Carfora vi perseguitava?

"Negli ultimi tempi soprattutto continuava a mandarci dei messaggi, ci minacciava pesantemente, diceva che sarebbe venuto qui, che ci avrebbe ammazzato. Forse ero io il suo obiettivo, non lo so...".

Pensa che lei si sia messa tra voi due per salvarla?

"Non lo so, è successo tutto così in fretta, non ci capisco più niente. La Polizia sta cercando di ricostruire come sono andate le cose. Ma io l’ho visto, l’ho visto colpirla così tante volte. Ha continuato fino a darle più di venti coltellate".

Perchè non l’avete mai denunciato nonostante le pesanti minacce?

"E’ stata una decisione di Sonia, lei pensava che denunciandolo avrebbe peggiorato la situazione, proprio perchè era un uomo violento. Aspettavamo che si calmassero le acque, non potevamo immaginare che sarebbe arrivato a ucciderla".

Cosa prova in questo momento?

"Solo che se un uomo ammazza o picchia una donna quello non può chiamarsi amore. Mi ero innamorato di Sonia, l’amavo più di me stesso, più della mia anima e la porterò sempre dentro di me. Lei era una persona davvero speciale e meravigliosa".

Alessandra Nanni