"Il nostro Raffaello volto dell’Italia"

La Madonna Diotallevi tornata a Rimini dopo 178 anni: al via da oggi la mostra al Museo, tanti già prenotati

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Riportare a ’casa’ il capolavoro, nell’anno in cui l’Italia e il mondo celebrano Raffaello a 500 anni dalla sua morte, "si annunciava come una missione quasi impossibile". Giulio Zavatta mentre guarda e riguarda da vicino l’opera, ancora stenta a crederci che sia finalmente esposta al Museo della Città. Se da ieri Rimini è tornata ad ammirare dopo ben 178 anni la Madonna Diotallevi, splendida opera giovanile di Raffaello che oggi è valutata 40 milioni di euro, il merito è soprattutto il suo. Gli studi condotti dallo storico dell’arte riminese sul marchese Audiface Diotallevi, che nel 1842 vendette il quadro (lo riteneva opera del Perugino), sono stati determinanti nel convincere i musei statali di Berlino a concedere in prestito il dipinto. "Quello di Rimini – rivendica orgoglioso Zavatta – è l’unico museo non nazionale ad aver ottenuto un quadro di Raffaello per una mostra, in questo anno denso di celebrazioni per i 500 anni dalla morte del maestro urbinate".

Ieri proprio Zavatta, insieme a Costantino D’Orazio, ha presentato al Museo della Città la mostra Raffaello a Rimini. Il ritorno della Madonna Diotallevi, visitabile (solo su prenotazione) da oggi e fino al 10 gennaio. Il capolavoro di Raffaello, nella speciale esposizione allestita al museo, è accompagnato da due prestigiosi pezzi conservati a Rimini: il Crocifisso di Giovanni da Rimini, donato da Audate Diotallevi alla città nel 1936, e l’Incoronazione della Vergine di Giuliano da Rimini, opera restituita alla comunità riminese nel 1998 grazie alla Fondazione Carim. Tanti si sono già prenotati per ammirare il Raffaello ’riminese’, che torna per la prima volta dalla Germania dopo la sua vendita per mano di Gustav Friederich Waagen, che riconobbe lo stile del pittore urbinate nel quadro che Audiface Diotallevi pensava fosse del Perugino. "Questo dipinto – disse all’epoca Waagen – diventerà uno dei più richiesti al mondo".

Il ritorno dell’opera per Andrea Gnassi non è un evento solo per Rimini. "Il volto della Madonna, che esprime affetto e protezione, è il volto dell’Italia 2020". Rispondendo alle polemiche (sul Museo Fellini, su piazza Malatesta, su chi l’accusa di ’eventismo’) il sindaco ha ribadito il ruolo centrale che la cultura deve continuare ad avere per Rimini. Gnassi ha invitato i privati e la Diocesi ad avere coraggio per "realizzare finalmente a Rimini il museo diffuso del Trecento".

Manuel Spadazzi