Il ’Pirate’ si arrende dopo 25 anni

Oggi ultimi giorno di attività per lo storico pub sul porto di Cattolica: "In inverno non ci sono eventi"

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Per 25 anni è rimasto aperto praticamente tutte le sere. Ma la crisi, il Covid, ed anche una zona Porto che in inverno stenta a decollare, hanno portato Raffaele Rana e sua moglie Alex a dire basta. ll ’Pirate Pub’ a Cattolica chiude. Oggi sarà l’ultimo giorno per un locale che ha fatto la storia di alcune generazioni cattolichine ma anche del turismo d’Oltremanica in riviera. "Abbiamo aperto nel giugno del 1996 – raccontano Raffaele ed Alex Rana, lei originaria di Nottingham – portando un angolo di Regno Unito nella zona porto di Cattolica. Ci abbiamo messo sempre tanta passione ed entusiasmo, sperando anche nel decollo definitivo del quartiere portuale, specie da quando è nata la nuova darsena a mare. Ma in questi anni purtroppo, soprattutto in inverno, la proposta cattolichina in zona porto non è mai decollata definitivamente e negli ultimi tempi con il Covid abbiamo reagito ma non è stato facile naturalmente. Negli anni abbiamo condiviso tanta musica, birra, allegria e amicizia grazie ad una clientela davvero affezionata che in questi giorni ci sta venendo a trovare per un saluto caloroso, ma i nostri progetti ora proseguiranno in altri Comuni".

Per la famiglia Rana il periodo Covid è stato complicato: "Siamo rimasti nel mercato per un paio di anni con il buon cibo ed il servizio di asporto – proseguono – ed anche grazie a tanti nostri clienti vicini. La stagione estiva ci ha visto poi sempre protagonisti, ma negli ultimi inverni è stata davvero dura, anche per la mancanza di manifestazioni e di un coinvolgimento con luci e arredi del quartiere del porto in ambito turistico-commerciale. E così abbiamo deciso di dire basta, cercheremo nuovi stimoli in altre realtà della riviera".

Protagonisti anche di raduni dei Mods (un movimento culturale tipicamente british) hanno pure visto alcuni appassionati clienti arrivare dalla Gran Bretagna a Cattolica in lambretta negli anni d’oro. "Noi crediamo nel turismo straniero e sappiamo che gli inglesi amano ancora Rimini e la sua terra – proseguono – e pensiamo che il turismo d’Oltremanica possa nuovamente decollare in riviera. Naturalmente servirebbe un aeroporto in grado di collegamenti con la Gran Bretagna ed anche maggiori politiche promozionali mirate, gli inglesi continueranno a venire in Italia ma i collegamenti ed i trasporti saranno sempre fondamentali". Un arrivederci, dunque, o meglio un bye-bye per chi ha fatto grande Cattolica ed il suo turismo per un quarto di secolo. Mentre per il futuro di tutto il quartiere portuale resteranno fondamentali le futuri strategie comunali di destagionalizzazione turistica magari con pacchetti legati al turismo sportivo e congressuale.

Luca Pizzagalli