In coma dopo la caduta dalle scale. La Procura: "Nessun colpevole"

L’incidente era avvenuto nel giugno del 2023 in una palazzina di Marina centro, chiusa da anni: due ragazzini erano entrati dentro per fare pipì ed erano precipitati per il cedimento di un corrimano.

Per loro doveva essere un giorno speciale. La festa per la scuola appena finita. Qualche drink bevuto in compagnia. Ma quella giornata ha rischiato di trasformarsi in tragedia per due ragazzi di 16 e 17 anni, precipitati dalla scala a chiocciola di un vecchio edificio nel cuore di Marina centro, in viale Vespucci, chiuso da anni, in cui si erano avventurati con un loro amico. Un volo di quasi 4 metri per i due giovanissimi, causato dal cedimento di un corrimano pericolante. L’incidente era avvenuto l’8 giugno del 2023 ed entrambi i ragazzi erano stati ricoverati d’urgenza all’ospedale ’Bufalini’ di Cesena. Il 17enne era stato quello che aveva riportato le ferite più gravi, tanto da restare in coma per alcuni giorni.

La Procura aveva aperto un’indagine nei confronti dei proprietari dell’edificio, due fratelli bolognesi di 72 e 65 anni. L’inchiesta era partita in seguito alla denuncia per lesioni gravi presentata dall’avvocato Cristian Brighi per conto delle famiglie dei due ragazzi, che accusavano i proprietari di non aver vigilato sull’immobile e di non aver preso misure sufficienti per evitare intrusioni e incidenti, proprio come quello accaduto ai loro figli. Ma sulla base delle conclusioni a cui sono arrivati i due periti incaricati dalla Procura, il pm Davide Ercolani ha chiesto l’archiviazione per i proprietari dell’immobile.

Il compito affidato ai consulenti era quello di analizzare sia la dinamica dell’incidente sia – soprattutto – di verificare se erano state rispettate le norme di sicurezza. E secondo i periti, anche se la scala era sicuramente in cattive condizioni, la rete esterna era sufficiente a delimitare la proprietà privata e a impedire in questo modo l’accesso alle persone non autorizzate. Certo: i ragazzi quel giorno non avevano avuto difficoltà a entrare, ma secondo i periti le misure adottate dai proprietari bastavano a far capire a chiunque che si trattava di una proprietà privata con accesso vietato. E sulla base di queste conclusioni il pm ha chiesto di archiviare il caso, non ravvisando a carico dei due fratelli bolognesi elementi di responsabilità o violazioni delle norme di sicurezza.

"Abbiamo appreso della richiesta di archiviazione da parte della Procura in queste ore – sottolinea il legale delle famiglie dei ragazzi – Stiamo valutando se opporci". Brighi ci tiene a ricordare che "i ragazzi, a causa di quella caduta, hanno subito conseguenze importanti e con lesioni molto serie, uno dei due in particolare. E continuiamo a chiederci se l’edificio non poteva essere sorvegliato meglio". I due ragazzi e il loro amico quel giorno erano entrati nella palazzina dopo aver bevuto alcuni drink, forse per fare pipì. Era stato l’amico a dare l’allarme e a chiamare i soccorsi dopo la caduta.

Manuel Spadazzi