"In prima linea per la transizione ecologica"

Il ministro Cingolani parla agli operatori che si sono ritrovati in presenza per l’edizione del 2021

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"Voi siete in prima linea a realizzare la transizione ecologica". Ecomondo torna in presenza, si avvicina ai livelli di partecipazione pre pandemia e il ministro alla Transizione ecologica, Roberto Cingolani in occasione dell’inaugurazione di ieri, ha lanciato il suo personale monito rivolto a chi in questi giorni occuperà la fiera. "Voi renderete possibile questo complesso cambiamento della manifattura, della gestione energetica, della mobilità, del ciclo del rifiuto e della circolarità che dovranno creare un’Italia ancora più competitiva, sperabilmente leader in un mondo capace di produrre ricchezza senza distruggerne, di assicurare un’alta qualità di vita a tutti con un modello di sviluppo per il pianeta e non a spese del pianeta". Ecomondo torna a essere un punto di riferimento internazionale con un’occupazione degli spazi del 90% rispetto al 2019, 220 convegni fino a venerdì per 500 ore di confronto, mentre le aziende espongono gli ultimi ritrovati e idee per guardare a un futuro ‘circolare’. Il Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza, e green deal sono le direttrici su cui tutto si muove. Grandi capitali e grandi possibilità per un mondo sostenibile che sappia migliorare anche la qualità della vita. Ed è sempre più ‘circolare’ l’attività di Hera, che ieri ha presentato i dati e le prospettive di sviluppo. Se un tempo si guardava al recupero del vetro o delle varie plastiche oggi "siamo in grado di intervenire in ambito più di nicchia, se vogliamo definirli così - spiega Stefano Venier amministratore delegato -. Ad esempio il riutilizzo del carbonio utilizzato nell’ambito dell’automotive o della nautica". Ma c’è anche la rigenerazione delle cosiddette plastiche rigide sempre provenienti dal settore automotive e dall’arredamento ad esempio. "Altro settore è quello dell’edilizia e altri ambiti da cui recuperare il polistirolo espanso". ‘Nicchie’ per le quali la stessa multiutility andrà a realizzare stabilimenti appositi. "Cito un altro esempio, gli oli esausti. Grazie al loro recupero oggi riusciamo a produrre biodiesel per il fabbisogno energetico degli stessi impianti. La nuova frontiere non è semplicemente riutilizzare i rifiuti che le aziende producono, bensì operare con le stesse aziende al fine di gestire al meglio la materia di scarto". Una filosofia nuova che ha anche permesso di procedere sulla strada del recupero dell’organico producendo biometano. Uno sguardo al futuro, ha sottolineato Venier, che ha portato l’azienda "a limitare al 3% il rifiuto in discarica quando la media nazionale è del 23%". Pratiche virtuose "che hanno consentito di ridare a ogni famiglia 32 euro di risparmi visti i comportamenti responsabili". Grazie a questi Hera oggi riesce a recuperare il 90% della differenziata operando tramite 200 impianti, tra propri e quelli dei partner, con una forza lavoro di 19mila dipendenti e un fatturato annuo di 13 miliardi di euro.