Incidente Rimini, va al lavoro e si schianta in moto. Inail: "Era drogato, niente soldi"

Il giovane, assolto in tribunale, adesso chiede 400mila euro

Il giovane di Misano si è visto negare l’indennizzo dall’Inail

Il giovane di Misano si è visto negare l’indennizzo dall’Inail

Rimini, 7 gennaio 2019 - Prima ha lottato contro la morte, adesso ha intrapreso una nuova battaglia: contro l’Inail. Protagonista della vicenda un operaio di 27 anni di Misano Adriatico, (assistito dagli avvocati Marco Lunedei e Flavio Moscatt), rimasto vittima di un terribile incidente mentre si stava recando al lavoro nel settembre di tre anni fa. Ma l’Inail, nonostante l’infortunio fosse avvenuto ‘in itinere’, ossia mentre il ragazzo stava viaggiando per arrivare al suo posto di lavoro, si è sempre rifiutato di pagare qualsiasi indennizzo.

«Il giovane stava guidando sotto l’effetto di sostanze stupefacenti», ha sempre replicato l’Ente, circostanza questa che fa venire meno il diritto di ogni forma di indennizzo. E dire che l’incidente occorso al ragazzo era stato davvero devastante: quel 22 settembre 2015 il giovane, in sella alla sua moto, si era prima scontrato contro un’auto, poi era volato per 30 metri con la sua moto che aveva preso fuoco.

Il ragazzo era stato trasportato in condizioni disperate, in prognosi riservata al «Bufalini» di Cesena con un grave trauma cranico, un’emorragia subaracnoidea e contusione cerebrale oltre a diverse fratture. Dopo un complesso iter terapeutico, una lunghissima degenza in Rianimazione e diversi interventi, veniva dimesso con un’invalidità civile al 100%.

Ma l’Inail di risarcirlo non ne voleva sentire. E’ iniziata così una lunga battaglia giudiziaria durante la quale i suoi difensori, Lunedei e Moscatt, sono riusciti a dimostrare, grazie all’ausilio del perito tossicologico Rino Froldi che il giovane, al momento dell’incidente era perfettamente lucido e il suo organismo non era sotto l’effetto di stupefacenti.

Assolto così dal tribunale di Rimini, adesso il giovane ha intrapreso la battaglia vera e propria contro l’Inail: chiede, infatti il rimborso che gli spetta, insomma, una rendita mensile rapportata a quello che era il suo reddito prima dell’incidente. Una cifra la cui capitalizzazione può arrivare fino a 400mila euro.