La rivolta degli stagionali: "Noi truffati e senza soldi"

Presidio di 23 lavoratori a Bellaria Igea Marina: "L’azienda non ci paga lo stipendio. Non abbiamo più un posto dove stare". E la Cisl chiede aiuto al Comune

La rivolta degli stagionali

La rivolta degli stagionali

Rimini, 15 settembre 2022 - L’hotel è chiuso, ma davanti al Gabbiano di Bellaria a volare alta è la protesta. Quella di oltre una ventina di persone, provenienti dall’Italia e altri Paesi, rimaste vittima di una presunta truffa da parte di una società di servizi per le imprese che le avrebbe prima assunte con un ’contratto pirata’, poi lasciate senza stipendio per il mese di agosto e, per alcuni di loro, per questi primi giorni di settembre. Davanti all’albergo ieri mattina è andato in scena un sit-it con cori e sventolìo di bandiere della Fisascat Cisl Romagna, il sindacato cui 23 lavoratori - cuochi, aiuto cucina, camerieri, portieri notturni, tuttofare, addetti alle pulizie di età compresa tra i 25 e i 50 anni - si sono rivolti disperati. Hanno lavorato in sei hotel del gruppo Sugar Holiday, tra Bellaria Igea Marina, San Mauro Mare e Gatteo dove "sono stati piazzati dall’Asi, Azienda servizi per le imprese – spiega Monica De Vecchi, responsabile dell’ufficio vertenze della fisascat Cisl Romagna – prima che i referenti dell’impresa venissero meno al pagamento degli stipendi di agosto. Non siamo riusciti a contattare i referenti dell’azienda, risultano irreperibili. Siamo davanti a una vera e propria truffa, ora almeno una ventina di lavoratori si trovano senza soldi, bloccati negli hotel". Il sindacato ha chiesto al Comune di Bellaria un aiuto per la collocazione provvisoria, "almeno per qualche giorno", di alcuni degli stagionali, rimasti senza un tetto.

"Io e mia moglie non abbiamo soldi per ritornare in Bulgaria, dove ci sono i nostri bambini – spiega disperato Petar Tonkow, stagionale con la moglie Elisabet –, abbiamo lavorato dal mese di aprile, io portiere di notte, lei cameriera piani, e non ci hanno pagato nè agosto nè settembre". "Anche io non ho avuto soldi per agosto e settembre", fa eco Rachid Sadoudi. "Ho lavorato da aprile al 25 agosto – racconta Joy John, nigeriana residente a Bologna – come cameria ai piani, poi in cucina da lavapiatti. Mi hanno mandata via il 25 agosto. Ho avuto solo 1.300 euro. Lavoravo anche 14 ore, senza giorno di riposto". "Ho fatto il lavapiatti in nero per due mesi e 10 giorni – afferma Fouad Mhari, tunisino –. Avevamo concordato 1.600 euro al mese. Ho avuto solo 300 euro a luglio". "Lavoro da sei mesi come governante, mi hanno pagato l’ultima volta a luglio, mancano agosto e settembre – dice Liliana Popovici –. Quando il 9 settembre c’è stata un’ispezione degli organi di controllo mi hanno detto che ero stata licenziata il 31 agosto, e non avevo più nessun contratto".

"Denunciamo gravi inadempienze contrattuali – afferma Gianluca Bagnolini, segretario generale Fisascat Romagna –, con importanti danni patrimoniali e contributivi; denunciamo lo sfruttamento ai danni dei lavoratori dei sei alberghi. Cui è stato applicato un contratto ’pirata’, non è stato retribuita la menslità di agosto, non è stato rispettato il giorno di riposo settimanale nè il riposo giornaliero. Non è accettabile questa situazione. Facciamo appello al mondo imprenditoriale e istituzionale: basta sfruttamento dei lavoratori. Basta con l’esternalizzazione selvaggia, con gli appalti selvaggi: vanno a intaccare il patrimonio del territorio che è il turismo, che è patrimonio della collettività". "Abbiamo raccolto firme di mandato – chiosa – per il recupero di crediti e contributi, che invieremo all’ispettorato del lavoro. Poi faremo una segnalazione dalla prefettura, per le necessarie verifiche rispetto al protocollo della legalità. Lo sfruttamento dei lavoratori causa anche un danno fiscale e contributivo allo Stato". La Cisl chiederà anche di approfondire eventuali criticità nelle struttture, in materia di sicurezza sul lavoro.