Maltrattava gli anziani: condannata a 6 anni

La donna doveva rispondere anche di appropriazione indebita. Tra le vittime un prof universitario, attirato nella casa di Riccione

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Si è conclusa con una condanna a sei anni di carcere l’incredibile vicenda che ha come protagonista Fatima Sebastianelli, 50 anni, sedicente imprenditrice di origine svizzera, residente a Senigallia. La donna doveva rispondere delle pesanti accuse di maltrattamenti e appropriazione indebita nei confronti di tre anziani, tra cui anche la propria madre. Per la Sebastianelli è stata disposta anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. La sentenza di primo grado è stata emessa ieri dal tribunale a Rimini. "Il giudice della sezione penale Raffaele Deflorio ha anche condannato l’imputata al pagamento delle spese processuali nonché di una provvisionale immediatamente esecutiva di euro 20mila", scrivono gli avvocati del Codacons Carlo Rienzi e Vincenzo Rienzi, i legali di Urbano Stenta, 81enne cieco dalla nascita, professore universitario e dipendente del Ministero degli esteri segregato in casa per 6 anni dalla Sebastianelli.

Stenta ha raccontato agli inquirenti di essere stato avvicinato dalla 50enne che, in poco tempo, sarebbe riuscita a carpire la sua fiducia, con la promessa di coinvolgerlo in presunti affari e operazioni finanziarie. L’anziano avrebbe accettato di seguirla fino all’appartamento di Riccione: lì avrebbe avuto inizio il suo lungo calvario. Una volta sequestrato il cellulare, sarebbe rimasto confinato per mesi e mesi e poi per anni nell’abitazione, con la donna che – a detta della vittima – avrebbe fatto leva sulla sua condizione di non vedente e sulla necessità di medicinali per impedirgli la fuga, sfruttando anche la complicità di altre persone. Dietro, secondo gli inquirenti, ci sarebbe stata una precisa strategia criminale, che prevedeva di avvicinare persone in difficoltà, conquistando la loro fiducia per poi esercitare pieno controllo sulle loro vite. All’uomo era concesso uscire di casa solo per accompagnare la 48enne in banca a prelevare la pensione: somme di denaro che però sarebbero finite direttamente nelle tasche della presunta carceriera.

Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, a Stenta sarebbero stati spillati nel corso del tempo oltre 100mila euro, ma il suo nome sarebbe stato impiegato anche per avere accesso a prestiti di denaro. Stenta, non vedente dalla nascita, professore universitario, consulente del ministero degli Esteri e rappresentante italiano presso l’Oms, un’autorità nel campo delle politiche per la disabilità, aveva deciso di costituirsi parte civile nel processo assistito dagli avvocati del Codacons.