"Mi devi altri 45mila euro" Ma la spunta l’albergatore

Ex cameriere dell’hotel Nizza sosteneva di aver lavorato come pasticcere: "Le torte le facevo io". Il giudice gli dà torto e assolve Tommaso Della Motta

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Sosteneva di non essere stato pagato per tutti gli straordinari che aveva fatto, durante le ultime tre stagioni all’hotel Nizza. E, soprattutto, di non aver ricevuto dal titolare alcun compenso per il lavoro extra di pasticcere. Perché "le torte al Nizza le facevo io...". Per questo l’ex cameriere aveva fatto causa chiedendo 44.864 euro a Tommaso Della Motta, l’imprenditore riminese che all’epoca gestiva l’albergo. Una richiesta rispedita al mittente dal giudice, Lucio Ardigò, che ha assolto Della Motta e condannato l’ex dipendente a pagare 4.657 di spese legali a favore dell’imprenditore.

Il contenzioso riguardava le ultime tre estati, dal 2013 al 2015, fatte al Nizza dall’ex cameriere, un giovane albanese oggi 36enne. L’ex dipendente aveva ’rifatto’ i conti, chiedendo che gli venisse versato anche lo stipendio da pasticcere. Perché "facevo io le torte in albergo". Al processo sono stati chiamati a testimoniare altri dipendenti del Nizza dell’epoca, nonché vari fornitori. Della Motta, che in quel periodo gestiva l’albergo di famiglia con alcuni dei suoi fratelli, ha sostenuto in aula che era impossibile che il cameriere avesse fatto anche il pasticcere, dato che praticamente tutti i dolci serviti al clienti provenivano da fornitori esterni. Una versione confermata dai testimoni. Come il cuoco, che ha spiegato che sì, il cameriere qualche volta "ha dato una mano perché aveva una passione per i dolci". Ma i dolci erano tutti prodotti da altri "o semilavorati", così come per le brioche per la colazione: "Erano già pronte, e venivano solo riscaldate". Lo stesso hanno raccontato anche altri testimoni, tra cui vari fornitori dell’hotel Nizza. Insomma: il cameriere non era certo il pasticcere. E per quanto riguarda gli straordinari, gli erano già stati tutti pagati.

Per Della Motta, che da alcuni anni ha lasciato l’hotel per dedicarsi solo alla ristorazione (suo il ristorante Gradella a Rimini, vicino al ponte dei Mille), è arrivata la piena assoluzione. L’ex cameriere è stato condannato dal giudice a pagargli le spese legali. "Sono soddisfatto che sia stata finalmente dimostrata in aula la mia correttezza", dice Della Motta, che era difeso dagli avvocati Davide Grassi e Gaia Galeazzi.