"Morte Antonelli, curva senza guardrail"

Il ciclista si spense nel 2020, dopo un calvario a seguito di una caduta. Il consulente della procura: "Nessuna protezione in quel tratto"

"Morte Antonelli,  curva senza guardrail"

"Morte Antonelli, curva senza guardrail"

"Vogliamo solo capire che cosa è successo e se possibile evitare che accada ad altri ragazzi: il mio Michael aveva solo 18 anni". Queste le parole, poi interrotte dalla commozione, di Marina Mularoni, al termine della prima udienza del processo per la morte di Michael Antonelli, il giovane campione di ciclismo che ebbe un terribile incidente durante gara Firenze-Viareggio. Una curva priva di guardrail, segnalata dai cartelli stradali ordinari, stretta, con una mancanza di visuale, e nella quale altri ciclisti erano già caduti a terra. Forse anche per evitare loro, Michael Antonelli, giovane campione di ciclismo, finì fuori strada, volando con la sua bicicletta oltre il bordo strada e finendo in un dirupo. Una caduta spaventosa, che gli procurò un grave trauma cranico, contusioni e lacerazioni polmonari. Era il 15 agosto del 2018 e il campione sammarinese, tesserato per la Mastromarco Sensi Nibali di Lamporecchio, stava partecipando alla 72esima edizione della Firenze-Viareggio. Dopo quella spaventosa caduta, il giovane campione, 18 anni, fu ricoverato in prognosi riservata nell’ospedale fiorentino di Careggi: un percorso di cure lunghissimo. Morì il 3 dicembre 2020 per insufficienza respiratoria acuta da Covid in un soggetto ormai fragile. La famiglia chiese poi la riapertura delle indagini, dirette dal sostituto procuratore Leonardo De Gaudio. Sotto processo, per omicidio colposo (articolo 589 del codice penale) ci sono Rodolfo Gambacciani 71 anni, di Prato, quale direttore di gara e Gian Paolo Ristori, 82 anni, di Firenze, presidente della società organizzatrice. Sono difesi dall’avvocato Nuri Venturelli, legale della Federazione ciclistica italiana.

I legali di parte civile sono gli avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi di Rimini, che rappresentano Marina Mularoni e Mattia Antonelli, la madre e il fratello di Michael, e l’avvocato Flavio Moscatt, anche lui del foro di Rimini, che rappresenta il padre del campione, Luca Antonelli. Ieri mattina, davanti al giudice Pasquale Cerrone, è stato ascoltato il consulente incaricato dal pubblico ministero Leonardo De Gaudio, Riccardo Bertini, ingegnere meccanico specializzato nella ricostruzione di incidenti stradali. "Nel tratto in cui avvenne l’incidente – ha spiegato l’ingegnere – mancava il guardrail: un guardrail non ha un’altezza tale da poter contenere un ciclista, ma se ci fosse stato, come barriera, la caduta nel dirupo sarebbe stata evitata o di certo attenuata". L’ingegnere ha condotto i rilievi sul luogo dell’incidente e sulla bicicletta e il casco con computer di Antonelli, utilizzando uno scanner di precisione che ha permesso di calcolare esattamente la pendenza del tratto incriminato e il raggio di curvatura. In quel tratto di strada, il guardrail, come ha spiegato l’ingegnere, si interrompeva, poi era presente una staccionata più bassa, che dunque non poteva avere scopo contenitivo, e sulla quale, infatti, la bicicletta dello sfortunato atleta è volata sopra, precipitando nel dirupo. Quella curva, con un angolo calcolato di 111 gradi, a gomito, era cieca, ovvero priva di visuale, per la presenza di un terrapieno a sinistra. La prossima udienza il 24 novembre.