Rimini, 11 aprile 2020 - E’ morto nella sua casa, circondato dall’affetto dei suoi cari. Alberto Bellucci ha spento gli occhi giovedì pomeriggio due giorni dopo aver festeggiato 101 anni. Bellucci era diventato, non solo a Rimini, uno dei personaggi simbolo della lotta al Covid-19.
Il centenario aveva sconfitto il virus, ma purtroppo la malattia e il ricovero in ospedale, da cui è stato dimesso il 25 marzo, "l’hanno indebolito e affaticato. Ha lottato fino all’ultimo – racconta commossa una delle nipoti, Elisa – Quando si è reso conto che le forze lo stavano lasciando, giovedì, ha chiamato uno a uno tutti i suoi nipoti (aiutato da uno dei figli, Loretta) per salutarli".
Una videochiamata per abbracciarli e rivederli, non potendoli avere lì con lui. Il decorso della malattia "è stato positivo, per alcuni giorni. Si vedeva che era molto debole, ma era lucido e per lui parlavano soprattutto gli occhi: vispi, come sempre. Negli ultimi giorni alternava momenti buoni ad altri meno buoni – continua la nipote – Giovedì aveva mangiato regolarmente, io sono riuscita parlargli di persona e mi ha salutato, come se sentisse che il suo momento era arrivato".
Poche ore dopo Alberto è morto nel suo letto. Aveva accanto la moglie e la figlia. "Abbiamo parlato spesso con i medici, negli ultimi giorni, per capire se era il caso di farlo ricoverare ancora. Con i dottori abbiamo condiviso la scelta di tenerlo a casa. Un nuovo ricovero non avrebbe migliorato la situazione, e mio nonno non l’avrebbe presa bene".
Alberto si è spento nella sua casa alle Celle. "E’ stata la morte che lui voleva. Nel dramma che viviamo, non avremmo potuto desiderare per lui niente di meglio". Oggi Bellucci sarà sepolto nella tomba di famiglia. Niente funerale, per le disposizioni anti-contagio, ma un breve saluto prima di entrare nel cimitero a cui parteciperanno i figli e altri familiari. Un ultimo abbraccio a cui si uniranno, idealmente, tanti riminesi.