"Noi, agenti donne nel mirino degli incivili"

L’esperienza di una vigilessa di lungo corso che conferma come le pesanti offese nei loro confronti stiano diventando sempre più frequenti e umilianti

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di Mario

Gradara

"Niente nomi, sa, con l’aria che

l’aria che tira in questo periodo". La condizione posta dall’agente donna della polizia locale di Rimini per un’intervista, è già indicativa delle difficoltà che le ’divise’ del Comune incontrano nello svolgere il proprio lavoro.

Che aria tira?

"Cattiva – prosegue la vigilessa, agente ’di lungo’ corso del Corpo della municipale cittadina –, capita sempre più spesso di ricevere offese gratuite anche molto pesanti, sia mentre svolgiamo la nostra attività sul territorio, cioè in strada, sia ultimamente sui social, dove molti credono di poter insultare impunemente".

In questo caso è scattata una denuncia.

"Ha fatto bene il nostro comandante a sporgere querela contro ignoti per diffamazione aggravata e ad annunciare l’intenzione di costituirsi parte civile insieme a tutto il personale femminile del Corpo".

Essere agente donna è un... punto di vulnerabilità aggiuntivo? In pratica, siete più colpite da chi insulta rispetto ai vostri colleghi uomini?"Gli insulti, e non di rado anche le minacce, vengono rivolte sia a noi donne che agli uomini. Con l’aggravante, particolarmente umiliante e inaccettabile, che quando si prende di mezzo un agente donna molto spesso l’insulto prende una piega sessista. Si offende anzitutto il ’genere’, con epiteti pesanti e irriferibili come quello per il quale è appunto scattata la denuncia".

E quando capita lei riesce a considerarlo ’incidente di percorso’ o la cosa ha delle conseguenze?

"Poichè l’insulto sessista è rivolto anzitutto a te come donna, oltreché a te come persona che indossa la divisa, è facile avere degli strascichi dal punto di vista psicologico, anche a fine lavoro. Insomma, a volte te le porti a casa, all’interno della tua famiglia, anche se cerchi di minimizzare. Per questo è giusto contrastrare questo fenomeno in crescita, soprattutto sui social, dove c’è una divulgazione ampia dell’insulto stesso, si accendono le polveri inducendo a effetti imitativi magari altre persone".

Invece durante il servizio sul territorio quali sono le situazioni dove capita più spesso che le cose trascendano?

"Anzitutto la classica multa per divieto di sosta: è un potenziale detonatore. Arriva l’automobilista, uomo o donna che sia, mentre stai redigendo il verbale, e spesso, anche se l’infazione è ovviamente motivata, e noi cerchiamo di spiegarlo chiaramente, le persone si innervosiscono, iniziano a inveire e a volte a insultare".

Le ’vittime’ sono più gli agenti donne?

"Per gli insulti sessisti certamente. Le donne lanciano epiteti e parolacce in maniera più generica".

E oltre alle multe per divieto di sosta quali altre le situazioni ’a rischio’?

"In occasione di multe fatte a chi parla al cellulare mentre guida, o circola senza aver allacciato le cinture".

Quali le altre situazioni più calde che vi trovate a dover affrontare, oltre a quelle legate a violazioni del codice della strada?

"Anche nel corso di controlli e verifiche di tipo amministrativo è successo di essere presi di mira".

Che tipo di controlli?

"Riguardo alla vendita di alcolici fuori dall’orario consentito, o con modalità non lecite. Oppure controlli sui rumori dei locali, sulle emissioni sonore".

Quindi?

"Sono soprattutto queste le tipologie di situazione dove a me personalmente, ma anche a vari colleghi, sia uomini che donne, è accaduto di essere minacciata".

Con frasi del tipo?

"Del tipo ’ve la facciamo pagare’; ’non la passate liscia’ e così via".