Dalle balere all’Unesco: il liscio romagnolo punta sfondare i confini nazionali grazie alla proposta di candidarlo a patrimonio dell’umanità. L’idea è stata supportata da personalità di ogni genere: alle icone Renzo Arbore, Morgan e Iva Zanicchi si sono uniti il sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, gli assessori regionali Andrea Corsini e Mauro Felicori. Ma c’è chi il liscio lo ha imparato prima ancora di camminare, come Giacomo e Martina Ravello, giovane coppia di ballerini (e fratelli), 42 anni in due, che tiene viva la tradizione romagnola con verve ed entusiasmo. Pluripremiati a livello italiano, in più occasioni hanno portato polka, mazurka e valzer in noti programmi televisivi come Domenica In e Ballando con le Stelle.
Giacomo e Martina, così giovani eppure così esperti di folk romagnolo: cosa vi ha fatto avvicinare a questo ballo?
"Abbiamo cominciato a ballare il liscio prima ancora di iniziare a camminare. I nostri nonni ci portavano con loro nelle balere fin da piccolissimi e ci tenevano in braccio mentre volteggiavano. A sei anni ci hanno chiesto se volevamo prendere lezioni: è cominciato come un esperimento ma da allora non abbiamo più smesso"
Cosa vi ha spinto a continuare?
"Il divertimento, sia nostro che del pubblico è stato fondamentale. Inoltre la consapevolezza di mantenere viva una tradizione e avere l’occasione di portarla avanti ci stimola ancora oggi. Anche il liscio cambia, a modo suo".
Per esempio?
"Sono cambiati i vestiti, le canzoni e tante altre cose. Mirko Casadei, figlio di Raoul, con cui abbiamo ballato tantissime volte è molto bravo in questo".
A proposito di Casadei, che ricordo avete di Raoul?
"Era una persona straordinaria, sempre con il sorriso e la pipa (spenta) in bocca. Trasmetteva allegria senza essere ‘sburone’ e credo che suo figlio Mirko abbia ereditato questa caratteristica: il bello del folk è proprio questo, è un ballo energico che porta un po’ di sana allegria (romagnola) cercando di coinvolgere tutti"
Tornando ai giovani, cosa dicono i vostri amici di questa passione?
"Alle feste ci chiedono spesso di ballare, tutti conoscono canzoni come Romagna Mia o Ciao, Ciao Mare ed è bello vedere che anche i nostri coetanei che magari non hanno mai preso lezioni si lanciano in piroette e salti. Ciò che ci piace del folk è la sua inclusività, difficilmente troviamo qualcuno che non provi a ballare".
Cosa rende secondo voi il liscio un ballo degno dell’Unesco?
"La sua unicità. Il liscio racconta molto della nostra terra e trasmette l’allegria che si respira qui in Romagna. Credo che pochi altri balli siano così energici".
Federico Guiducci