Offese alla Lisi, si scusa e dona soldi allo Ior

Uno dei 17 accusati di diffamazione per aver insultato la vicesindaco, ’colpevole’ di aver visitato in ospedale un nigeriano aggredito

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Una lettera di scuse e un risarcimento danni di 500 euro, che la vittima ha prontamente destinato in beneficenza. Spunta un altro ’pentito’ tra i diciassette hater - scesi ora a 15 - che sulle pagine Facebook avevano pesantemte insultato, nell’estate 2017, la vicesindaco Gloria Lisi, ’rea’ di essere andata ripetutamente a trovare in ospedale Emmanuel Nnumani, il giovane nigeriano brutalmente aggredito da uno squilibrato a Marina centro, il 22 marzo precedente. La Lisi aveva sporto denuncia contro 17 persone - tra le quali diversi esponenti e militanti di Forza Nuova - per diffamazione a mezzo internet. Sostenuta dal Comune, che aveva subito chiesto e ottenuto di oscurare le pagine in questione. Ne era scattata un’indagine giudiziaria, che per uno dei hater ora ha preso una piega ancor più grave, con procedimento separato: l’accusa nel suo caso è istigazione alla violenza e all’odio razziale, etnico e religioso; pena prevista da 6 mesi a 4 anni. Aveva pubblicato diversi ’meme’, post con foto modificate nei quali in sostanza invitava alla pulizia etnica nei confronti degli zingari (era il periodo in cui si discuteva della collocazione dei nomadi di via Islanda), citando Hitler. "Nel corso dell’udienza di martedì – spiega il legale della Lisi, Maurizio Ghinelli – abbiamo rimesso un’altra querela, la seconda, dopo che uno dei 15 cittadini ha presentato le sue scuse, e una somma a titolo di risarcimento danni". "Ho accettato le scuse – spiega la Lisi – e donato metà somma all’associazione Crisalide, che aiuta le donne colpite da tumore, e metà allo Ior, in questo mese di ottobre dedicato alla prevenzione da malattie tumorali. Mi sento di dire che dal male, i pesantissimi insulti che ho ricevuto, è nato il bene, cioè i soldi devoluti ad attività sociali". Gli altri quindici cittadini che la polizia postale, nell’indagine della procura, ha individuato quali responsabili di diversi post, restano alla sbarra, con udienza fissata al 27 ottobre.

Fissata invece al 17 novembre l’udienza preliminare davanti al gup per l’unico dei quindici che è accusato anche di un reato ben più grave della diffamazione. Appunto quello di istigazione o apologia all’odio o alla violenza razziale, etnica o religiosa. Gloria Lisi lo scorso anno aveva denunciato un altro hater per offese sessiste ricevute su Facebook, dopo che aveva pubblicamente difeso la cantante Emma Marrone, che invitava il Governo ad aprire i porti ai migranti ("Tu apri le...", si era sentita rispondere).

Mario Gradara