MANUEL SPADAZZI
Cronaca

Ospedali sott’inchiesta: "Gestione illecita di rifiuti". A processo Carradori, Tonini e altri 7 dirigenti

Sotto la lente della Procura il sistema con cui venivano smaltiti recipienti "contaminati da materiale biologico": il 18 marzo si terrà la prima udienza .

01-04-2020 - L’omaggio del 118 ai medici e infermieri dell’ospedale Infermi di Rimini per l’emergenza Covid 19 Corona Virus - ambulanze a sirene spiegate in saluto davanti al pronto soccorso DEA Photo PETRANGELI

01-04-2020 - L’omaggio del 118 ai medici e infermieri dell’ospedale Infermi di Rimini per l’emergenza Covid 19 Corona Virus - ambulanze a sirene spiegate in saluto davanti al pronto soccorso DEA Photo PETRANGELI

Un sistema "illecito" per smaltire i rifiuti degli ospedali della nostra provincia. È questa l’accusa da cui dovranno difendersi il direttore generale dell’Ausl Romagna, Tiziano Carradori, il predecessore Marcello Tonini e altri 7 tra dirigenti e funzionari, dell’Ausl e di Arpae. Il processo partirà tra un paio di mesi: prima udienza il 18 marzo. Ai 9 imputati viene contestata, dalla Procura di Rimini, la violazione dell’articolo 256 del codice dell’ambiente: sarebbero responsabili del reato di "gestione illecita di rifiuti non pericolosi". L’indagine è cominciata alcuni anni fa, nel massimo riserbo. I diretti interessati hanno saputo di essere sul registro degli indagati nel 2022. La scorsa estate poi, a luglio, è stato emesso un decreto penale di condanna nei loro confronti. Ma tutti i 9 indagati hanno deciso di opporsi al decreto penale e affrontare il processo ordinario, sicuri di poter dimostrare la loro innocenza.

Le accuse mosse dalla Procura riguardano il sistema che è stato utilizzato, nel corso degli anni, per la gestione di alcune tipologie di rifiuti degli ospedali di Rimini, Riccione, Cattolica, Santarcangelo, Novafeltria. Nel mirino degli inquirenti c’è soprattutto il modo in cui venivano smaltiti recipienti "contaminati da materiale biologico". Il sistema impiegato dall’Ausl per gli ospedali del Riminese non sarebbe stato a norma, provocando anche un potenziale rischio di inquinamento. Non si tratta – vale la pena sottolinearlo – di rifiuti che rientrano nella categoria di quelli "pericolosi". A Carradori e Tonini (indagati per il loro ruolo di direttori generali dell’Ausl) e alle altre 7 persone coinvolte viene contestata "la gestione illecita di rifiuti speciali non pericolosi".

Dopo il decreto penale di condanna di luglio, tutti hanno scelto di impugnare il provvedimento e di andare a processo per dimostrare la correttezza del loro operato. Tonini, che ha cessato il suo incarico di direttore generale Ausl nel giugno 2020 (da alcuni mesi è consigliere comunale di minoranza a Misano, dove è stato candidato sindaco) è difeso dall’avvocato Moreno Maresi, mentre Paola Bravi è l’avvocata nominata da Carradori. Sia Tonini che Carradori hanno chiesto e ottenuto dall’Ausl il rimborso delle prime spese legali che hanno sostenuto fino a oggi per il procedimento: la delibera è di pochi giorni fa.

Il processo partirà tra due mesi e Maresi, il legale di Tonini, non ha dubbi: "Siamo estremamente tranquilli e fiduciosi di poter dimostrare in aula l’assoluta correttezza e l’innocenza di tutte le persone coinvolte, a vario titolo, in questo procedimento. Prova ne è il fatto che tutti abbiano deciso di opporsi al decreto penale di condanna e affrontare il processo. Vogliono uscire completamente puliti dalla vicenda, certi di aver agito seguendo le norme". Ma che cosa rischiano i 9 imputati, in caso di una condanna? La violazione dell’articolo 256 del codice dell’ambiente è punibile "con la pena dell’arresto da tre mesi a un anno o con l’ammenda da 2.600 euro fino a 26.000 euro".