Ospedali sotto stress, la zona rossa continua

Allentamento dei divieti solo dopo Pasqua, forse da lunedì 12 aprile. Terapie intensive e altri reparti ancora in sofferenza

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Oggi si decidono i colori delle regioni e l’Emilia Romagna, con un indice di replicazione del virus che da qualche giorno ormai rimane al di sotto della soglia ’di sicurezza’ dell’1, il calo di contagi e l’aumento delle guarigioni, avrebbe potuto sperare in un allentamento delle restrizioni. Invece, così non sarà: Rimini e tutta la regione resteranno rosse rosse almeno fino a dopo Pasqua, più probabilmente fino al 12 aprile prossimo.

Una decisione mirata a dare un po’ di sollievo agli ospedali, i cui reparti Covid – intensivi, subintensivi o di degenza ordinaria che siano – traboccano ancora di pazienti. Anche se la situazione in corsia, in Emilia Romagna, è lievemente migliorata rispetto alla settimana scorsa, si è ancora ben lontani da una condizione di sostenibilità, specialmente a lungo termine. Minando la tenuta di tutto il sistema ospedaliero, non solo quello dei reparti Covid. E siccome le conseguenze del calo dei contagi si proiettano sui ricoveri solo dopo due o anche tre settimane, come si è già potuto valutare durante le due precedenti ondate, ora non resta che mantenere la zona rossa un altro po’, per permettere alla sanità di riprendersi dallo scossone della terza ondata.

A Rimini il quadro negli ospedali è migliorato, anche se di poco, negli ultimi giorni. I malati Covid ricoverati tra Rimini e Riccione sono circa 260. Di questi, sono 31 (uno in più dell’altro ieri) i pazienti nel reparto di terapia intensiva dell’Infermi, dove sono stati aggiunti di recente 4 posti letto per far fronte all’aumento dei ricoveri per Covid sia alle altre emergenze. Altri malati contagiati dal virus sono ricoverati nelle case di cura private, dove l’Ausl ha inoltre trasferito alcuni pazienti no Covid.

Il numero dei contagiati sta leggermente scendendo anche nel Riminese, anche se i numeri restano alti. Nell’ultimo mese, dal 25 febbraio a ieri, i nuovi contagiati nella nostra provincia sono stati quasi 7mila (6.899 per la precisione), portando a 30.939 il numero totale dei positivi nel Riminese da quando è iniziata la pandemia. E’ l’effetto della ’variante inglese’ del virus, mentre per ora non sono stati diagnosticati da queste parti malati infetti da altre varianti del Covid. Ma se la situazione resta critica negli ospedali, la curva dei contagi sta rallentando. Dopo giornate in cui sono stati diagnosticati, in media, oltre 300 casi al giorno, dal 20 marzo in poi nella nostra provincia viaggiamo intorno ai 200 nuovi infetti. E lunedì 23 marzo, per la prima volta dopo tanto tempo, i nuovi casi sono stati meno di 100. Lo stesso quadro di miglioramento si ha anche nel resto della regione. I nuovi positivi comunicati ieri sono 2.070, il 6% dei quasi 35mila sottoposti a tamponi. Continua a crescere il numero dei guariti: 507 soltanto a Rimini ieri, 2.020 in Emilia Romagna, per un totale di 240.932 da quando è iniziata la pandemia.

Nelle case di riposo del Riminese, dove è stato praticamente ultimata la vaccinazione, non si registrano nuovi focolai da più di un mese. Ci sono stati, questo sì, anziani ospiti rimasti contagiati dopo la prima dose di vaccino, e alcuni anche dopo la seconda, ma i casi sono limitati. E l’ultimo contagiato in una casa di riposo è un nuovo ospite della struttura, che ha contratto il virus probabilmente prima di entrare. E’ stato ricoverato in ospedale. Anche i focolai tra personale scolastico e studenti (fanno ancora lezione in presenza i bambini e ragazzi con disabilità) si sono notevolmente ridotti. Se ne contano solo 5 attualmente in provincia.

Resta ancora alto, purtroppo, il numero dei decessi. Ieri ne sono stati comunicati altri 58 nella regione di cui 15 nel Riminese. Dall’inizio della pandemia nella nostra provincia sono morte poco meno di 950 persone contagiate dal virus. Una nuova speranza nella lotta al Covid arriva ora dalla cura con gli anticorpi monoclonali. La prima somministrazione, a base di un monoclonale singolo, è già stata effettuata su un paziente del Sant’Orsola, gestita proprio dagli infettivologi del Policlinico. Le confezioni saranno distribuite in tutta la regione alle Ausl, in proporzione all’incidenza dei nuovi casi di Covid diagnosticati tra l’8 al 14 marzo scorsi.