Pedopornografia e coca, sacerdote rischia tre anni

La Procura di Ancona chiude le indagini sul riminese don Alberto Bastoni. A casa del prete trovate foto hard e la droga che teneva nel porta ostie

La Procura della Repubblica di Ancona ha chiuso le indagini a carico di don Alberto Bastoni, sacerdote riminese che fino a maggio scorso è stato impegnato nella Diocesi di Ascoli, in particolare nella parrocchia della Cattedrale di Sant’Emidio. Il 56enne romagnolo era indagato per l’ipotesi di reato di possesso di materiale pedopornografico. Per questo nella sua abitazione alla Casa del Clero il 26 maggio scorso il sostituto procuratore, Ruggiero Dicuonzo, ha fatto effettuare una perquisizione delegata ai carabinieri di Ascoli che hanno sequestrato materiale informatico e telefonini nella disponibilità di don Bastoni.

I supporti sono stati analizzati dai tecnici che all’interno di un notebook hanno trovato una fotografia ritraente un soggetto minorenne in atteggiamenti a sfondo sessuale. Nello stesso notebook è stato individuato anche un video di contenuto analogo.

A don Bastoni è stato notificato l’avviso di chiusura delle indagini. Nei prossimi giorni i suoi avvocati, Simone Fioravanti e Umberto Gramenzi, valuteranno se chiedere che il sacerdote sia sentito, così come suo diritto. Hanno venti giorni di tempo per farlo. All’esito la magistratura anconetana tirerà le fila dell’inchiesta e deciderà se chiedere o meno il rinvio a giudizio.

A don Bastoni è contestato l’articolo 600 quater del Codice penale che punisce chiunque consapevolmente si procura o detiene materiale pornografico realizzato utilizzando minori di 18 anni; un reato punito con la reclusione fino a tre anni o con la multa non inferiore a euro 1.549 euro. Per materiale pornografico si intende la rappresentazione fotografica o cinematografica che implichi la partecipazione di un minore a scene o contesti a sfondo sessuale, escludendosi tuttavia la rilevanza della mera rappresentazione della nudità in sé e per sé considerata, ovvero senza attinenza alla sfera sessuale. La disposizione punisce la mera detenzione di materiale pedopornografico, con il dolo generico, costituito dalla coscienza e volontà della natura del materiale.

Durante la perquisizione del 26 maggio nell’abitazione di don Alberto Bastoni presso la Curia vescovile i carabinieri di Ascoli trovarono anche alcuni grammi di cocaina che il sacerdote consegnò spontaneamente. Lo stupefacente era stato riposto in una teca porta ostie che teneva in tasca. Per avergli ceduto la droga è indagato un ascolano. Anche a don Bastoni la Procura di Ascoli contesta la cessione di un piccolo quantitativo di stupefacente.

Peppe Ercoli