REDAZIONE RIMINI

Pierina, i sospetti dei figli: "Chiunque l’abbia uccisa non ha agito da solo"

I familiari della vittima, attraverso gli avvocati Lunedei, sollevano il dubbio: "Borsa e salma sono state ricomposte in un ambiente angusto e buio, l’omicida deve essere stato aiutato in questa operazione in due tempi".

Louis Dassilva, indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli (sotto)

Louis Dassilva, indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli (sotto)

L’omicidio di Pierina Paganelli potrebbe non essere stato commesso da una sola persona. A ipotizzarlo sono gli avvocati Marco e Monica Lunedei, che rappresentano i tre figli della 78enne uccisa a coltellate nel seminterrato di casa in via del Ciclamino la sera del 3 ottobre 2023, 14 mesi fa. I legali dei tre figli di Pierina, infatti, uscendo dal palazzo di giustizia di Rimini dopo l’udienza di rinvio dei test genetici sugli indumenti della vittima (nuovo termine per la relazione il 30 dicembre), hanno sollevato il velo sull’ipotesi per cui "considerando lo spazio buio e angusto in cui si è consumato il delitto, pare improbabile che la ricomposizione della scena sia stata operata in pochissimo tempo dalla medesima persona che avrebbe colpito e ucciso a coltellate Pierina". Questo è quanto sostengono gli avvocati Marco e Monica Lunedei, ponendo l’accento del sospetto su alcuni coni d’ombra della ricostruzione delle fasi dell’assassinio. Anzitutto "i tempi del delitto, che si prestano all’ipotesi che il tutto si sia svolto in due fasi: la prima con l’aggressione vera e propria e la seconda con la ricomposizione della scena".

Proprio quella ricostruzione della salma di Pierina insospettisce di più i familiari stretti della donna. "Dalle indagini è emerso che aveva con sé chiusi in borsa diversi effetti personali – ricostruiscono gli avvocati Lunedei –. Tra cui un tablet, il portafoglio, uno smartphone, fazzoletti, un’agenda e qualche caramella". Materiale che nel corso dell’aggressione omicida sarebbe però caduto a terra, come lascerebbero presumere alcune tracce di sangue trovate sui reperti in questione. "Ma allora perché tutto è stato ritrovato all’interno della borsa?", riflette interlocutoria l’avvocato Monica Lunedei. "Riteniamo improbabile che una sola persona al buio sia riuscita a rimettere tutto all’interno così minuziosamente, fino all’ultima caramella". E poi i capelli di Pierina. Come pettinati all’indietro, al contrario della voluminosa frangia che Pierina era solita portare come acconciatura.

"Anche questo elemento dice di una interazione col cadavere da parte dell’assassino o, più probabilmente, di una seconda persona che abbia partecipato al delitto. Ad ogni modo – aggiunge l’avvocato Monica Lunedei –, i figli di Pierina nell’osservare le foto del ritrovamento del corpo della madre, hanno sostenuto che fosse impossibile comunque non riconoscere la signora da parte di chi la conoscesse bene. Ecco perché abbiamo delle idee anche relativamente al minutaggio di ritrovamento di questo corpo la mattina del 4 ottobre scorso, ossia il tempo che intercorre dalla commissione del delitto fino alla chiamata dei soccorsi, che merita a nostro avviso delle riflessioni".

La presenza o meno di un complice nell’esecuzione dell’omicidio, per cui al momento comunque l’unico indagato – nonché responsabile secondo la procura – è e resta Louis Dassilva, potrà essere una pista meglio percorribile se "gli ulteriori accertamenti sul Dna escluderanno la paternità dei soccorritori o agenti di polizia intervenuti – conclude la legale della famiglia di Pierina –. Allora la speranza è che a lasciare traccia di sé possa essere stata una terza persona, un possibile complice di chi secondo le accuse avrebbe ucciso la donna". D’altro canto, l’ipotesi che dietro il delitto di Pierina Paganelli possa esserci l’operato di più persone è una pista già aperta nei giorni scorsi dagli stessi avvocati di Dassilva, Riario Fabbri e Andrea Guidi, riferendosi all’audio della telecamera dei sotterranei che registrerebbe un’attività nei garage fino alle 22.27: dieci minuti oltre la ripresa della cam3.

Francesco Zuppiroli