Rimini, profughi ucraini "assunti in hotel e non pagati"

Presidio della Fisascat-Cisl davanti al Brenta di Viserbella. Il gestore respinge le accuse: "Tutto falso, non volevano versare l’affitto"

Il presidio dei lavoratori e profughi ucraini a Rimini

Il presidio dei lavoratori e profughi ucraini a Rimini

Rimini, 27 settembre 2022 - Scappati dalla guerra, assunti, "mal pagati, o addirittura senza stipendio per alcuni mesi, impegnati fino a 14 ore al giorno e senza turno di riposo". Gianluca Bagnolini, segretario della Fisascat-Cisl Romagna, parla di una "protesta che da singola è diventata colletiva": è quella di 6 lavoratori, in maggior parte donne ucraine, assunti come stagionali all’hotel Brenta di Viserbella che secondo il sindacato non avrebbero "percepito quanto dovuto".

Alla base della protesta, denuncia la Fisascat, ci sarebbero "gravi inadempienze contrattuali e normative, con importanti danni patrimoniali e contributivi" per quello che sarebbe "un caso di sfruttamento. ai danni dei lavoratori dall’azienda BB Events che ha gestito gli hotel Brenta e Fatima", a Viserbella. Ovvero due degli alberghi che hanno aperto le porte ai profughi ucraini tra febbraio e marzo. "Predisporremo tutte le istanze di risarcimento danni, recupero credito e contributivo".

Secondo la ricostruzione del sindacato, uno delle lavoratrici coinvolte, arrivata a Rimini dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, avrebbe "percepito in due mesi solo 300 euro. Era stata accolta al Brenta, ha cominciato a lavorare da volontaria e poi è stata assunta". Un’altra donna riferisce di essere "arrivata a Rimini a marzo. Il primo mese ho percepito 1.200 euro, poi meno. Io e mio figlio alloggiavamo in albergo, siamo stati qui fino al 5 settembre e siamo stati mandati via".

E ancora: "C’è chi veniva impiegato 14 ore al giorno, in cucina o nelle camere, e prendeva 1.200-1.400 euro al mese dai quali venivano detratte le spese per l’alloggio" la denuncia della Fisascat. "Il turismo – insiste Bagnolini – è un settore socio-economico patrimonio della collettività. Vanno estromessi gli imprenditori che non rispettano le regole. Ci aspettiamo da chi di dovere una presa di posizione forte".

Ma Eugenio Barone, il gestore del Brenta, rispedisce le accuse al mittente: "Nulla di vero. La verità è che queste persone non hanno voluto pagare l’affitto. Abbiamo accolto qui tantissimi ucraini a febbraio e marzo, poi alcuni sono rimasti a lavorare e ci siamo accordati perché l’affitto venisse detratto dallo stipendio. Io quegli accordi li ho rispettati e le carte ‘parlano’, Comunque si tratta di due lavoratrici che protestano su 14. Ci tuteleremo nelle sedi opportune".

Per Giosuè Salomone (Riviera Sicura) "eventuali irregolarità vanno accertate prima possibile". Il Comune, riferisce la vicesindaca Chiara Bellini, sta "seguendo con attenzione il lavoro dei sindacati a difesa degli stagionali. Dal rispetto della legalità e dall’offerta di un lavoro qualificato e rispettato si deve ripartire per dispiegare le potenzialità del sistema occupazionale".