Rimini, ruota panoramica al porto. In tre rischiano il processo

"L’attrazione non poteva essere montata in piazzale Boscovich". Imputati un ex dirigente del Comune, un tecnico e il responsabile della società

La ruota panoramica di Rimini (foto Bove)

La ruota panoramica di Rimini (foto Bove)

Rimini, 9 gennaio 2019 - La ruota panoramica ha finito il suo primo giro giudiziario. La Procura aveva aperto nel febbraio del 2014, un fascicolo, inizialmente per abuso edilizio: il prossimo 11 marzo, invece, approderà davanti al giudice per le udienze preliminari, Vinicio Cantarini. E sono tre gli imputati che rischiano il processo e che dovranno rispondere, a vario titolo, di capi di imputazione che vanno dall’abuso edilizio all’abuso d’ufficio e al falso.

Si tratta dell’ex dirigente del Suap, lo Sportello unico per le attività produttive del Comune di Rimini, Remo Valdisserri (ora in pensione), difeso dagli avvocati Vittorino Cagnoni e Maurizio Ghinelli, Massimo De Carlo, legale della società «The Wheel» (difeso dall’avvocato Giancarlo Pasini) e Walter Giovagnoli (difeso dell’avvocato Giancarlo Migani), un tecnico che ha lavorato per la società «The Wheel».

Valdisserri è imputato di abuso d’ufficio, De Carlo di reati relativi e all’abuso edilizio mentre Giovagnoli di falso in quanto, in qualità di progettista avrebbe fatto richiesta per un’autorizzazione paesaggistica, per l’accusa, in realtà, non veritiera.

Il quadro accusatorio della Procura si struttura sull’abuso d’ufficio, nato dalla delibera del consiglio comunale, datata 18 febbraio 2014; il provvedimento avrebbe dato il là al dirigente Valdisserri per rilasciare un permesso illegittimo per realizzare la ruota panoramica.

Ma tutta la delibera del consiglio comunale, stando sempre alla Procura, sarebbe illegittima perché avrebbe concesso il «permesso in deroga di costruire la ruota, permesso che può essere rilasciato solo per edificio pubblico o per interesse pubblico».

Elementi questi che la Procura non ha ravvisato nella documentazione. Lo stesso permesso su sanatoria non sarebbe stato regolare perché non conforme al piano regolatore. Sempre stando alla Procura, la ruota sarebbe stata illegittima perché «installata in zona di viabilità e con la sua presenza avrebbe cambiato la destinazione del’area».

Stesso discorso di illegittimità anche perché la zona dove era sorta la ruota «era soggetta a vincoli di parcheggi e di strada». Secondo il pm, quindi, non poteva essere edificata lì la ruota. «Noi sosterremo che questo capo d’imputazione non regge– dichiara l’avvocato Maurizio Ghibellini, uno dei difensori di Valdisserri.

La ruota panoramica di Rimini è di interesse pubblico, è diventata il simbolo della città, del mare. Ci sono sentenze del Consiglio di Stato, datate già 1997, che applicano questo concetto di interesse pubblico ad edifici di proprietà privata, come lo era allora il Palatrussardi a Milano. Così come è inaccettabile che venga imputato a Valdisserri l’aver tratto in errore il consiglio comunale per aver dato un parere. Un parere tecnico, suffragato da quello del dirigente del’Ufficio urbanistica e avvallato dalla consulenza dello studio legale Gualandi di Bologna. Proveremo la correttezza del’operato del nostro assistito», conclude l’avvocato Ghinelli.