San Marino, oligarca e console contro Putin

Vladimir Lisin, considerato l’uomo più ricco della Russia con un patrimonio di 27 miliardi, dal 2002 è ambasciatore onorario a Mosca

Vladimir Putin e Vladimir Lisin

Vladimir Putin e Vladimir Lisin

San Marino, 15 marzo 2022 - Lo ha scritto ai propri dipendenti in una lettera. "La perdita di vite umane in Ucraina è una tragedia difficile da giustificare". A condannare l’attacco della Russia all’Ucraina non è un uomo d’affari qualunque, ma l’oligarca russo Vladimir Lisin, amico del presidente russo Vladimir Putin e console onorario di San Marino in Russia da vent’anni.

Presidente e azionista di maggioranza di Novolipetsk, una delle quattro maggiori società siderurgiche in Russia, è considerato uno dei massimi esperti nel settore. Secondo Forbes è stato nel 2013 l’uomo più ricco della Russia e il 48esimo più ricco del mondo nell’anno successivo. Nel 2021, era 59esimo al mondo con un patrimonio netto stimato di 29,8 miliardi di dollari . Una potenza nel proprio Paese e, quindi, le sue parole non possono che avere un peso specifico importante. Nella lettera che uno dei suoi dipendenti ha reso pubblica sui social network ha anche chiesto una soluzione diplomatica pacifica al conflitto. Una presa di posizione non di poco conto da parte dell’oligarca russo che esattamente dal 2002 è console onorario del Titano in Russia. I suoi interessi commerciali, a parte quelli nell’acciaio, comprendono il trasporto e la logistica, energia e le utility.

Una vera e propria potenza. È un appassionato di sport di tiro. E nei giorni scorsi anche dal punto di vista sportivo si è schierato contro la guerra tra Russia e Ucraina quando, anche nel mondo del tiro a volo e del tiro a segno, gli atleti di Russia e Bielorussia sono stati esclusi da ogni tipo di competizione. A deciderlo è stato il comitato esecutivo della Issf, la federazione internazionale del tiro presieduta proprio da Lisin. Riunitosi a Il Cairo, l’esecutivo della Issf ha stabilito di accogliere "la raccomandazione del Cio dello scorso 28 febbraio e quindi, dopo aver deplorato il fatto che Russia e Bielorussia abbiano infranto la tregua olimpica, ha deciso di escludere i rappresentanti di queste due nazioni da ogni competizione".

Viene poi espresso "totale supporto al popolo dell’Ucraina" e garantita "assistenza umanitaria" a tutti coloro che fanno parte della federazione tiro di questo paese. Infine viene accolta favorevolmente la decisione dell’ente continentale di togliere alla Russia gli Europei di tiro a volo e tiro a segno. Una presa di posizione non di poco conto, una condanna arrivata dopo la lettera che a Lisin aveva inviato il presidente della Federazione italiana tiro a volo, Luciano Rossi, a lungo vicepresidente anche della federazione mondiale. Una lettera ai vertici dirigenziali della Issf stessa affinché avvenisse, come poi successom "un’esplicita condanna dell’aggressione della Russia all’Ucraina".