Sbarco sulla Luna, Paolo Nespoli. "In quel bar di Cattolica decisi di fare l’astronauta"

L'astronauta, che nel 1969 aveva 12 anni, era in colonia. Assistette all'impresa di Armstrong e Aldrin da un bar. "Che brivido"

Paolo Nespoli è stato in missione spaziale tre volte

Paolo Nespoli è stato in missione spaziale tre volte

Cattolica (Rimini), 17 luglio 2019 - Il bar «o forse era un’osteria» era pieno di fumo. E di eccitazione. «Gli anziani guardavano commossi. Io avevo solo 12 anni, ma mia madre insistette perché vedessimo tutti insieme quel momento». E’ stata la sua fortuna. Perché se Paolo Nespoli è diventato poi uno tra i più importanti astronauti italiani, collezionando tre missioni e oltre 300 giorni nello spazio, lo deve anche a quella magica serata a Cattolica del 20 luglio 1969, dove lui e i genitori guardarono lo sbarco sulla Luna fianco a fianco a una marea di turisti «emozionati ed eccitati». L’astronauta allora era ospite in una colonia, e i genitori (passati a trovarlo) decisero che non poteva proprio perdersi l’evento che avrebbe cambiato la storia.

Nespoli, la prima immagine che le viene in mente di quella sera? «La ressa delle persone in cerca di un televisore per vedere l’allunaggio. I tavolacci consumati e il fumo che si respirava a pieni polmoni in quel bar. Faticammo a trovare un posto dove poter assistere alla diretta. In fondo era pur sempre il 1969, e non tutti i locali avevano ancora la televisione».

Lei era solo un ragazzino, ma sognava già di fare l’astronauta? «Penso fosse il sogno di tanti miei coetanei. I viaggi nello spazio erano iniziati già da anni, il cinema e la televisione abbondavano di avventure nello spazio e sulla Luna. Mi ricordo che guardavo sempre I Jetsons, uno dei primi cartoni a raccontare la vita di una famiglia in orbita».

Quando vide Armstrong mettere il piede sulla Luna, ha sognato di essere lì al suo posto? «E’ stato un brivido, lo ammetto, anche se ho capito quello che provai in quel momento solo dopo alcuni anni. Mia madre mi fece sedere per terra, proprio davanti al televisore. C’erano tante persone intorno a me. Ci sentivamo uniti, ed è stato come se tutti noi fossimo con lui sulla Luna».

Andare nello spazio, il sogno di ogni bambino, per lei è diventato realtà... Merito anche di quella sera a Cattolica? «Penso di sì. Il sogno si è rafforzato poi con le missioni di Apollo 15 e 16. Invidiavo quegli astronauti: speravo come loro di sgommarecon una jeep sulla Luna».

Lei è andato tre volte in missione spaziale. Molti la considerano un eroe... «In realtà sono una persona normale, equilibrata, preparata e anche un po’ fortunata».