"Sindaco inneggia al fascismo": è bufera

"Morirò con la camicia nera": scoppia il caso sul post del primo cittadino di Pennabilli. Pd e minoranza: "Siamo indignati"

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di Manuel Spadazzi

"Sono partito per servire la bandiera, avevo solo un credo e la camicia nera". E’ una delle frasi choc scritte dal sindaco di Pennabilli Mauro Giannini, in un post su Facebook di sabato scorso, accompagnato dalle sue foto in divisa militare di quando, da giovane, andò in missione in Iraq e Somalia. Dopo poche ore il messaggio di Giannini è stato rimosso da Facebook, a seguito di segnalazioni. Lui l’ha ripubblicato domenica, ‘epurandolo’ da quelle frasi che hanno fatto gridare allo scandalo. Troppo tardi. La bufera era già scoppiata, con i consiglieri di minoranza di Pennabilli e il segretario provinciale Pd Filippo Sacchetti che si dicono "indignati" per le parole di Giannini, accusandolo di essere fascista.

Nel post incriminato, scritto dal primo cittadino per annunciare il suo pensionamento da militare (è un luogotenente dell’Esercito), sono inequivocabili i riferimenti al fascismo. Come quando scrive: "La voce tonante della sacra patria e il richiamo della maschia gioventù... erano assordanti per un ragazzo cresciuto col mito del guerriero, del superuomo". E ancora: "Quando sono partito per servire la bandiera, avevo solo un credo e la camicia nera". Qualcuno leggendo il post chiede a Giannini: "sei fascista?". E lui risponde: "Sono nato con la camicia nera e morirò con la camicia nera".

Le parole di Giannini hanno l’effetto di un terremoto. E Obiettivo comune, gruppo di minoranza di Pennabilli, stavolta non resta in silenzio. "Siamo indignati da Giannini. Inaccettabili certe dichiarazioni da parte di un sindaco, ancor più gravi quando a pronunciarle è un sindaco di un territorio fortemente colpito dalla violenza nazifascista". I consiglieri di Obiettivo comune ricordano a Giannini che "quando si è insediato da sindaco, ha giurato di osservare lealmente la nostra Costituzione, che condanna chi esalta gli esponenti, i fatti, i principi e i metodi del fascismo". "Quel che ha scritto Giannini – fa eco il segretario Pd Sacchetti – fa rabbrividire. E la sua risposta sono nato con la camicia nera e morirò con la camicia nera è di una gravità inaudita". Perché "il sindaco giura fedeltà assoluta alla Costituzione Italiana, nata con valori antifascisti. E giura a nome di tutta una comunità, che ha pianto decine e decine di suoi figli per la violenza di quel regime e le rappresaglie nazifasciste nei giorni della Liberazione". Per Sacchetti il messaggio di Giannini, "sorta di inno al cameratismo e al servizio alla patria in guerra, è pericoloso" perché arriva in un periodo in cui "il resto del mondo si interroga sulla natura del nascituro governo Meloni". Eppure "proprio il sindaco dovrebbe dare l’esempio".

Giannini, rieletto sindaco un anno fa con una lista civica di centrodestra, non si scompone affatto di fronte alle critiche: "Se si intende il fascismo così come lo intendo io, sono onorato che mi diano del fascista. Lo spirito fascista per me è il rispetto della vita, è nei valori di Dio, patria, famiglia. Se invece essere fascisti significa invece essere razzisti e a favore della guerra allora no, non mi riconosco". Giannini non si pente delle sue parole, e aggiunge: "Io non ho mai inneggiato al fascismo, non credo nel fascismo moderno. Da sindaco ho sempre agito per il bene dei miei cittadini. Non capisco le polemiche". Giannini si dice perfino sorpreso che Facebook abbia rimosso il primo messaggio: "Questo è il ringraziamento per una vita dedicata alla patria".