Un noto giornalista scriveva tempo fa che "il dialogo paziente non fa notizia ma cambia la vita e la storia". Quando si smette di comunicare e ascoltare, si finisce per attaccare. La cultura del dialogo, come ha ricordato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, costituisce infatti la premessa necessaria per difendere la Pace. Affinché le idee contrastino le armi, occorre un senso di responsabilità collettiva e umana, che dimostri che c’è ancora spazio per la pace. Non è mai troppo tardi e l’unico modo ragionevole e costruttivo per risolvere le divergenze è il dialogo, come anche Papa Francesco ha dimostrato recandosi all’Ambasciata russa presso la Santa Sede.
In questo momento di forti tensioni per la guerra in Ucraina serve un forte movimento per la pace. Spedire armi e costringere la popolazione ucraina a difendersi, si dimostrerà una scelta inefficace e dannosa, come la storia insegna. Sosteniamo la difesa civile non armata e non violenta. L’ascolto fa tacere il frastuono. Per questo motivo le piazze dicono "no alla guerra e sì al dialogo".
Elena Di Angelo
Immasole Carbone
Irene Basenghi
Eva Berdaku
Eleonora Bozzato
III A