Quattro nomi per il teatro Galli: quale preferisci? VOTA

La nuova struttura aprirà fra un anno, ma c’è già una rosa di personaggi a cui intitolarla: Amintore Galli, Vittorio Emanuele II, Luigi Poletti e Guiseppe verdi

Rimini, il cantiere del teatro Galli (foto Migliorini)

Rimini, il cantiere del teatro Galli (foto Migliorini)

Rimini, 14 marzo 2017 - Il sipario si alzerà tra un anno, più o meno. Tra la primavera e l’estate del 2018 dovrebbe essere finalmente inaugurato il restaurato Teatro Galli.

Solo che potrebbe non chiamarsi più così. C’è chi, come il consigliere di Forza Italia Carlo Rufo Spina, propone di tornare al suo nome originale: prima che le bombe della Seconda guerra mondiale lo devastassero, il teatro era intitolato a Vittorio Emanuele II.

Non è l’unico nome uscito ieri mattina dai consiglieri di maggioranza e minoranza, in visita al cantiere del teatro per fare il punto sui lavori insieme all’assessore alle Arti Massimo Pulini e al dirigente Massimo Totti. Tra le proposte quella di intitolare il teatro a Giuseppe Verdi, che nel lontano 1857 lo tenne a battesimo con la prima dell’Aroldo, suonando lui stesso, al pianoforte. Un altro nome è quello di Luigi Poletti, l’architetto che ha progettato il teatro. Vale la pena ricordare come il teatro fu intitolato ad Amintore Galli, passato alla storia per il suo Inno dei lavoratori (composto sui versi di Filippo Turati) subito dopo la Seconda guerra mondiale, in un momento storico particolare...

Ci sarà ancora tempo per scegliere il nome, visto che il cantiere non è certo finito. Però sta per terminare l’intervento sulle pareti perimetrali, e tra poche settimane verranno smontati finalmente i ponteggi rendendo così visibili le ‘nuove’ facciate. Caschetti in testa, i consiglieri hanno potuto ammirare anche i primi decori all’interno del teatro, affidati dal Comune di Rimini allo studio Forme di Roma, che in passato ha lavorato anche per il restauro del Petruzzelli di Bari.

Il Galli (o qualunque altro nome avrà) «sarà un teatro avanti 20 anni rispetto agli altri», assicura Totti, per le tecnologie e le funzionalità. «Avremo un teatro che potrà ospitare l’opera e la lirica, i concerti e la danza», sottolinea l’artista Davide Frisoni, consigliere di Patto civico. E che avrà un cuore ‘antico’ da scoprire: l’area archeologica, con i reperti rinvenuti durante i lavori, che sarà visitabile non solo da chi va a teatro.