Rimini, trapianto di rene grazie all’amore della moglie: "Rischiavo di morire"

Affetto da una malattia ereditaria, Maurizio Vanucci racconta del fardello che per vent’anni ha condizionato la sua vita. Giovanna: "E’ stato normale aiutare la persona che amo"

Il riccionese Maurizio Vanucci con la moglie Giovanna Cursi

Il riccionese Maurizio Vanucci con la moglie Giovanna Cursi

Rimini, 21 marzo 2023 – Nella buona e nella cattiva sorte. Insieme. È l’essenza della promessa di matrimonio e della bellezza del dono la storia di Maurizio Vanucci e Giovanna Cursi, 54 anni lui e 49 lei. Coppia riccionese che ha sconfitto la cattiva sorte permettendo a Maurizio di vivere due volte. Di superare la malattia degenerativa dei reni che il 54enne ha ereditato dalla madre. Quella ADPKD, nota anche come rene policistico autosomico dominante, che Maurizio ha scoperto di avere a 18 anni, sconfitta lo scorso 27 settembre, quando a Padova è stato sottoposto a trapianto di rene donato dalla compagna di una vita, Giovanna. "L’ADPKD è un mostro che mi sono portato dentro per tutta la vita – spiega Maurizio –. Una malattia degenerativa di cui negli anni avevo parlato solo alla mia famiglia e a mia moglie, in quel 2002 quando ci siamo conosciuti".

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Un fardello tenuto dentro per oltre vent’anni, che giorno dopo giorno rosicchiava il tempo a disposizione di Maurizio, quel tempo che "mi separava da tre strade: il trapianto, la dialisi o la morte". Un oscuro futuro in cui ad accendere la luce è però stato l’amore. L’amore di Giovanna, compagna di vita, che per prima ha proposto a Maurizio di donare il rene di cui il 54enne, stando alle analisi immediatamente precedenti al trapianti, aveva disperato bisogno. "È stata il mio angelo custode – ricorda Maurizio Vanucci –. Lei mi ha salvato da una malattia che portava con sé un’insufficienza renale cronica, con cui già mia madre aveva dovuto fare i conti e che prospettava anni di dialisi, per almeno quattro ore al giorno, tre volte alla settimana".

Un calvario evitato "per un pelo", grazie a quel gesto di coraggio e amore "che è stato per me una cosa naturale – afferma Giovanna –. Ho visto la possibilità di aiutare la persona che amo, perché mi sarei dovuta tirare indietro? Il matrimonio si fonda su questo e io ho semplicemente fatto un gesto d’amore spontaneo". Tutt’altro che scontato, nelle intenzioni e nell’esito. Dal momento che quando Giovanna propose di salvare Maurizio donandogli un rene "non avevamo ancora la certezza di essere compatibili", afferma la coppia riccionese. Da qui è partito un iter sanitario di esami durato qualche mese, sotto la supervisione dell’ambulatorio specialistico dell’ospedale Infermi "dove sono stato seguito da quando mi fu diagnosticata la malattia renale", precisa Maurizio. Un iter che infine ha dato esito positivo e il via libera al trapianto avvenuto a Padova, che la stessa Giovanna assicura sia stata "un’esperienza incredibile. Molti sono terrorizzati al pensiero di una donazione da vivente, quando invece io sono l’esempio di come sia un’operazione quasi di routine per certi versi". Dopo quattro giorni Giovanna infatti è stata dimessa dall’ospedale veneto e dopo undici è stata seguita dal marito. "Ora sto bene - assicura Maurizio –, mi tengo regolarmente controllato grazie all’assistenza dell’ambulatorio dell’Infermi e con cadenza semestrale per il momento, e poi annuale, dell’ospedale di Padova dove è stato fatto il trapianto".

Una nuova vita, come la definisce lo stesso 54enne, per la quale Maurizio e Giovanna non hanno voluto perdere nemmeno un secondo. "Siamo sempre stati dei grandi viaggiatori, amanti dello sport e subito dopo l’operazione siamo immediatamente tornati alla nostra vita di sempre – spiegano –. E adesso, per sensibilizzare più persone possibili all’importanza della donazione di organi, abbiamo in progetto di fare un viaggio in tandem per portare donazioni nei luoghi dove si compiono i trapianti di organi". Il tandem, metafora perfetta dell’unione, poiché "significa che dove non arrivo io, arriva lei", conclude Maurizio. Salvato da un gesto d’amore che ha trasformato la cattiva in buona, meravigliosa, sorte.