Uccise il coinquilino a coltellate Il pm chiede 20 anni per il killer

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Vent’anni di carcere per l’omicida di Leonardo Yoel Vinces Ballena, il peruviano di 35 anni massacrato con una coltellata alla giugulare e due alla schiena il 29 maggio del 2021 a Miramare. Questa la richiesta che il sostituto procuratore Luca Bertuzzi ha presentato per l’autore del delitto Marcos Antonio Quispe Luyo, 32 anni, connazionale di Leonardo. I due erano amici e condividevano un appartamento in via Lussemburgo. La richiesta della Procura era partita da 30 anni: è stata ridotta di un terzo perché Luyo ha scelto di avvalersi del rito abbreviato. È accusato di omicidio volontario, aggravato dalla minorata difesa della vittima, ma i legali della difesa, gli avvocati Carlo Alberto Zaina e Marica Pozzi, sono convinti che l’ipotesi di reato vada riformulata in omicidio preterintenzionale e hanno chiesto una derubricazione o, se non altro, il riconoscimento del dolo eventuale anziché quello intenzionale. L’avvocato Piergiogio Tiraferri rappresenta invece i familiari della vittima – la figlia di 8 anni, l’ex compagna, il padre e la madre – che hanno deciso di costituirsi parte civile. La sentenza è attesa per il 10 novembre.

Quella sera del 29 maggio, intorno a mezzanotte, i vicini di casa di Luyo sentono suonare al campanello. Alla porta c’è proprio lui, il 32enne peruviano. Ha la faccia sconvolta e continua a ripetere "aiutatemi". È appena tornato a casa, racconta loro, e ha trovato il suo amico in un lago di sangue. "Qualcuno lo ha ammazzato", sostiene. La scena è terrificante, e di lì a pochi minuti arrivano sul posto carabinieri e ambulanza. Arriva anche il magistrato, e l’indagine comincia proprio da Marcos. Il quale racconta agli inqurenti che quella sera erano usciti ognuno per conto proprio. Lui era stato l’ultimo a rientrare, trovando l’amico senza vita. Gli investigatori fin da subito non sono convinti di quella versione, anche se il 32enne peruviano non ha addosso nemmeno una goccia di sangue. Gli inquirenti cercano quindi di ricostruire minuto per minuto la notte di venerdì, dove sono andati i due e cosa hanno fatto. Marcos viene portato in caserma per essere sentito, ma con il passare del tempo sembra perdere sicurezza, fino a crollare. Racconta che quella sera entrambi avevano bevuto molto e che l’accoltellamento era arrivato al termine dell’ennesimo litigio. I due condividevano l’appartamento, ma da tempo non andavano più d’accordo e litigavano spesso. Marcos aveva chiesto all’amico di andarsene, ma l’altro non ne voleva sapere. Poi la tragedia.