ANDREA OLIVA
Cronaca

Viale Dante, i negozi fanno festa. Ma ad aprire sono solo gli stranieri

Il presidente del comitato soddisfatto degli incassi natalizi. Le nuove attività rilevate da immigrati

Pasquale Lonero presidente del comitato di viale Dante fa il punto sull’andamento delle vendite nel periodo delle feste

Pasquale Lonero presidente del comitato di viale Dante fa il punto sull’andamento delle vendite nel periodo delle feste

Il periodo delle feste ha sorriso ai commercianti di viale Dante. Ma la situazione resta critica, tanto che per ogni chiusura di negozi di abbigliamenti negli ultimi mesi sono subentrate attività gestite da stranieri dove si vende un po’ di tutto. La boccata di ossigeno arrivata con le feste resta così un fuoco troppo piccolo per invertire l’inerzia di una crisi del commercio che non conosce soluzioni.

"Nel periodo delle festività si è lavorato bene - premette Pasquale Lonero, presidente del comitato di viale Dante -. Mediamente sono andati bene anche gli incassi se li parametriamo a quanto era accaduto l’anno precedente. Non saprei dire se c’è stata più gente o c’era una clientela diversa, fatto sta che i fatturati nel periodo delle feste non sono affatto andati male. Il comparto della ristorazione è stato quello che è andato meglio, come ci si aspettava, ma anche il commercio e l’abbigliamento, tolte alcune particolari tipologie di negozi, sono andati bene". Da Natale a Capodanno fino all’Epifania gli acquisti non sono mancati, ma poi, "si è fermato tutto. I saldi sembra non siano neppure iniziati. E’ la logica conseguenza di quello che accade nel commercio. D’altronde da novembre a oggi le promozioni sono all’ordine del giorno". Si parte a novembre con il Black friday che per diverse attività va avanti per settimane. Poi ci sono le comunicazioni che i negozi inviano alla clientela offrendo capi a prezzi scontati. Per oltre un mese e mezzo si va avanti così, cercando di sfruttare il periodo natalizio. "Alla fine dopo l’Epifania, quando iniziano i saldi, le risorse delle famiglie sono quello che sono e le vendite non decollano".

I soliti problemi, le cui conseguenze sono sempre più evidenti. Negli ultimi mesi è proseguita la chiusura di diverse attività lungo il viale. Negozi dall’abbigliamento agli accessori. Ma in tutti questi casi, rileva Lonero, non c’è stato un ricambio con altre attività simili. "Per ogni negozio che chiude subentra un’attività gestita da stranieri. Di solito sono esercizi già presenti che continuano ad ampliarsi. In questo andamento è evidente come manchi sempre più il ricambio generazionale nelle attività che insistevano sul viale". I figli non vogliono fare il lavoro dei genitori. "Oggi significherebbe accollarsi tanti sacrifici per fatturati ridotti e incerti, cosa che allontana i giovani dalla professione".

Andrea Oliva