Volo Altissimo e il video dell'ultimo singolo 'Stupide vipere'

Col pezzo rap 'Stupide vipere' il giovane artista riminese esce allo scoperto, tra freestyle e Cartesio

Rimini, 28 gennaio 2021 – Ma chi l'ha detto che chi fa rap dev'essere cresciuto per forza in periferia, deve aver fatto i conti con la povertà o deve aver vissuto situazioni ai limiti. "Il rap è alla portata di tutti. Anche di chi, come me, si è prima diplomato e poi laureato, ha sempre avuto un pasto caldo e una bella casa". E comunque "tutto quello che ho, me lo sono sudato". Volo Altissimo – all'anagrafe Federico Messina, classe 1997, di Rimini - semplicemente si racconta. E lo fa con il genere musicale con cui è cresciuto, con gli Articolo 31, i Club Dogo, Emis Killa, Marracash e le gare di freestyle per strada con gli amici. La musica che lo fa star bene. Niente gang, niente vitaccia di strada, nessun messaggio sopra le righe o 'criminale'. Esce dallo stereotipo americano perché "per me scrivere e fare rap è un'esigenza intima, è un percorso personale di crescita che non vuole essere soltanto una moda", batte il tempo Federico. Altrimenti mica avrebbe scelto di debuttare sulla scena musicale nell'anno peggiore per l'arte e la cultura, chiuse causa Covid ancora per chissà quanto.

Eppure ha deciso di uscire allo scoperto. "Ho sempre avuto il pallino per il rap, come passione e gioco – racconta -. Finché ho deciso di prendere il gioco sul serio. Sentivo un potenziale dentro, ancora basso, ma lavorando sodo...". I sacrifici, il diploma di maturità classica ("Il greco e il latino adesso mi aiutano a scrivere, anche i filosofi e gli scienziati antichi"), il lavoro per pagare l'università, la laurea in Scienze giuridiche, lo studio di notte per imparare a fare la sua musica. I programmi per le basi, i tutorial su internet, i testi dei primi pezzi: "Un passo alla volta, cercando di migliorare nei contenuti e nella qualità".

Fino al video dell'ultimo singolo – 'Stupide vipere', per dimostrare che "sono libero da tutte le persone invidiose che tentano di ostacolarmi. Guarderò sempre avanti e cercherò di concentrarmi solo su chi crede con me in questo progetto".

Ma non è una replica al chiacchiericcio. E' un inno al riscatto personale. Una iniezione di fiducia, consapevole che "devo fallire prima di capire come migliorare". E sai "quante vipere ho incontrato e incontrerò. Ma quando ti rialzi, la vista è ancora più bella".