Raccolta della frutta. "Paghe da fame? Concordate con i sindacati"

Non si trova manodopera, la secca replica di Confagricoltura alla Cgil

La raccolta di pere e mele ad agosto e settembre

La raccolta di pere e mele ad agosto e settembre

Rovigo, 27 giugno 2018 - Paghe troppo basse? L’abolizione dei voucher come alibi per mascherare la volontà di abbassare il costo del lavoro? Confagricoltura respinge al mittente le pesanti critiche del sindacato Cgil che per bocca del segretario generale della Flai, Mauro Baldi, aveva contestato la posizione imprenditoriale a seguito della denuncia della mancanza di 300 operai agricoli per la raccolta della frutta prevista per agosto e settembre. Per la serie cerco personale, ma non lo trovo.

Un botta e risposta al fulmicotone, che delinea due posizione completamente contrastanti sul problema. Mentre la stessa Confagricoltura annuncia di avere già reclutato un centinaio di persone, per la maggior parte disoccupati, pronti a firmare il contratto di assunzione. «Il nostro intento denunciando la mancanza di manodopera – spiega con dedisione Massimo Chiarelli, direttore di Confagricoltura Rovigo – non era quello di sollevare la questione dei voucher bensì quello di dare la possibilità, cosa che sta avvenendo, ad alcune persone del luogo di venire a lavorare nelle nostre aziende. Ribadisco, questo sta avvenendo e in poche ore più di un centinaio di persone hanno sottoscritto la loro disponibilità, fornendo il loro nominativo e adesso saranno chiamate in base a dove abitano e alla dislocazione delle nostre aziende che rispetteranno i criteri di vicinanza tra la stessa residenza ed il luogo di lavoro. Ci sono parecchi cinquantenni disoccupati e questo secondo me rappresenta un ammortizzatore sociale importante».

Quanto alle paghe, Chiarelli snocciola i numeri in base al contratto nazionale riconosciuto come parametro. «Un contratto nazionale – precisa – che poi viene rinnovato a livello provinciale. Attualmente un operaio prende 5,5 euro netti all’ora mentre all’azienda che assume ne costa 9,5, tenuto conto di trattenute fiscali e previdenziali e tfr. Non è che si può fare più di tanto». E qui Chiarelli replica senza mezzi termini alle affernazioni che il sindacato ha fatto nel corso di una conferenza indetta proprio sul grave problema della scarsità di manodopera. «Hanno partecipato anche loro alla trattative provinciale – sottolinea Chiarelli – e sanno perfettamente l’entità delle paghe, sono quelle concordate assieme ogni quattro anni quando si sottoscrive il trattamento economico. Quindi sono rimasto sorpreso dall’uscita della Cgil, forse il sindacato voleva sottolineare la contrarietà allo strumento dei voucher, ma il nostro obiettivo non era certo far parlare dei voucher, ma di comunicare la disponibilità dei posti di lavoro. Dando così la possibilità a cittadini del nostro Polesine, prima di andare a reperire personale da fuori provincia o ad appartenenti a società o cooperative di servizio che a volte possono creare problemi in ordine all’applicazione corretta delle stesse norme vigenti. Questo – conclude Chiarelli – è il vero problema al quale in sindacato deve porre attenzione».