
La sfida dello scalo forlivese si gioca su più fronti, dalla Fondazione Mercury fino ad arrivare alla manutenzione dei velivoli. E intanto Enav inaugura nuovi progetti.
Era l’ottobre del 2020, quando l’aeroporto Luigi Ridolfi ha riaperto ufficialmente i battenti dopo anni di silenzio (la chiusura risaliva al 2013): a credere nello scalo forlivese, una compagine di imprenditori locali che ha voluto puntare su una rinascita possibile. Forlì Airport, poi contratto in F.A. – questo il nome della società gestrice – ha deciso di non puntare solo sui voli di linea, ma ha voluto riposizionarsi come polo strategico multifunzionale, dove turismo, formazione e innovazione convivono. Il Ridolfi, infatti, punta sì sull’incoming e outgoing turistico (anche grazie alla compagnia ‘GoToFly’, che fa capo alla stessa F.A.): il piano strategico stima che si possa arrivare a sfiorare un milione di passeggeri nel 2038. Ma la visione va oltre: oggi lo scalo forlivese è anche un laboratorio di futuro, grazie a un ecosistema che fonde mobilità, alta formazione e tecnologie aerospaziale.
A tenere i fili di questo nuovo orizzonte è la Fondazione Mercury, realtà di nuova costituzione, nata per volontà della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e del Comune. Si tratta di un’iniziativa che mira a valorizzare e strutturare il ‘sistema aerospaziale forlivese’, facendo leva sulle eccellenze del territorio e sui numerosi enti formativi e di ricerca già presenti. La Fondazione si propone di coordinare gli sforzi tra pubblico, privato e mondo accademico, con l’ambizione di fare di Forlì un punto di riferimento nazionale per le competenze aeronautiche, mettendo a sistema il Ridolfi con altre eccellenze locali, quali il corso universitario di Ingegneria Aerospaziale e l’accademia di Enav, dove ogni anno si formano controllori del traffico aereo (e altre professionalità del settore) provenienti da tutto il mondo.
A questo proposito, uno dei tasselli più recenti e significativi di questa evoluzione è l’implementazione della nuova ‘Enav digital academy’, accademia digitale pensata per aprire la formazione nel campo aeronautico a ogni parte del mondo. Si tratta di un progetto che rafforza ulteriormente il ruolo strategico dello scalo nella formazione avanzata del settore e che riveste ancora più importanza se si pensa che appena due anni fa è stato scongiurato il rischio che Enav lasciasse la città, dismettendo gradualmente la sua sede del Ronco e facendo perdere a Forlì un tassello cruciale che ora, invece, sembra essere più radicato che mai nel territorio in cui opera. Durante l’inaugurazione della ‘Digital academy’, che si è tenuta il 16 giugno a Forlì, alla presenza dell’amministratore delegato di Enav Pasqualino Monti, si è parlato chiaro: Forlì è destinata a diventare un centro di eccellenza formativa, quella "città del volo" che il sindaco Gian Luca Zattini auspica da anni.
Oltre al settore formativo, lo scalo forlivese punta anche sul settore della manutenzione aeronautica, grazie all’accordo con la società Albatechnics che, in un grande hangar di 2mila metri quadrati (si tratta dell’hangar conosciuto come ‘Ferruzzi, in passato gestito dall’Università di Bologna), si occupa della manutenzione di Boeing 737 e Aibus 320. Oltre alle riparazioni, l’hangar ha anche una vocazione didattica, con il corso Ifts (istruzione formazione tecnica superiore) per diventare tecnici manutentori. L’iter formativo è promosso da Isaers Forlì Academy AvioLab, in collaborazione con Enaip provinciale, istituto tecnico Baracca, il dipartimento di Ingegneria Industriale, Professione Volare e, naturalmente, la stessa società Albatechnics. Da notare che il piano strategico che F.A. ha presentato all’Enac prevede fino a 6 hangar. Altri, dunque, possono essere costruiti.
Il Ridolfi ha avuto passeggeri eccellenti (dai piloti di Formula Uno a re Carlo III d’Inghilterra, lo scorso aprile), ma il suo percorso, va detto, non procede senza intoppi. Una delle questioni più delicate riguarda il coordinamento tra gli scali dell’Emilia-Romagna. Considerando anche che il numero di passeggeri delle scorse stagioni non è stato all’altezza delle aspettative, il rischio è quello di una lotta tra piccoli aeroporti, in una regione dove il colosso del Marconi di Bologna continua a drenare traffico e risorse. Il tema è stato portato all’attenzione della Regione anche da figure politiche come de Pascale, che ha avviato un confronto istituzionale sul ruolo che Forlì può giocare nel contesto regionale: il presidente dell’Emilia-Romagna appare cautamente propenso a un piano che veda lo scalo forlivese come possibile sfogo per i passeggeri che non possono essere assorbiti dal capoluogo di Regione (che, però, sembra preferisca puntare sull’autosufficienza). Insomma, anche se le turbolenze non mancano, la traiettoria è tracciata: il viaggio del Ridolfi continua.