Surgelati ‘promossi’ in sostenibilità

Secondo un report ambientale dell’Iias "in tre anni l’industria del settore ha abbattuto del 10% la CO2 emessa in atmosfera"

Surgelati ‘promossi’ in sostenibilità

Surgelati ‘promossi’ in sostenibilità

L’industria dei surgelati nel triennio 2019-2021 ha ridotto del 2% l’utilizzo di energia elettrica e termica, con un risparmio di 19mila MWh (il fabbisogno annuo di 8.500 famiglie di una o due persone). A valle c’è stata una riduzione del 10% di CO2 equivalente emessa: 31.400 tonnellate risparmiate, pari a più di 350.000 auto che percorrono la tratta Milano-Roma. C’è stato anche un -4% nei consumi di acqua (284mila m3 risparmiati).

A fotografare per la prima volta l’impatto ambientale del comparto è il Report dell’Istituto italiano alimenti surgelati insieme a Perfect Food (società di consulenza specializzata nell`ambito della sostenibilità, focalizzata sui temi del food), ora dss+. Lo studio ha raccolto i dati di 13 stabilimenti che rappresentano circa l`80% del consumo annuo di surgelati in Italia nel 2019-2021, periodo in cui nel nostro Paese – complice l’effetto boost della pandemia – i consumi di cibi frozen sono cresciuti più del 10%.

"A fronte dell’aumento dei consumi, gli impatti ambientali per tonnellata di prodotto si sono ridotti – dice Massimo Marino, fondatore di Perfect Food Consulting, ora dss+ –. Le aziende hanno lavorato sia su come ridurre il consumo per tonnellata di prodotto sia su come avere un consumo più sostenibile, per esempio con fonti di energia che riducono l’impatto per chilowattora. Ora l’industria di essere un po’ più sostenibile di prima".

Nel primo caso hanno lavorato sull’efficienza dei processi e sull’uso di tecnologie innovative; nel secondo, sull’auto-produzione dell’energia, sulla progressiva conversione con l’acquisto di sole fonti rinnovabili o da ultimo e più diffuso sulla cogenerazione per massimizzare l`efficienza.

La voce energia è una delle più importante fonti di costo nei bilanci dell’industria dei surgelati e per questo "le aziende sono costantemente impegnate a migliorare le prestazioni", si legge nel report, dal quale emerge che "il settore si stima consumi in un anno circa 476.000 megawattora di energia elettrica e 474.000 megawattora di energia termica, che corrispondono a circa 1,04 MWh complessivi per ogni tonnellata prodotta". Gli investimenti delle aziende hanno consentito di ridurre i consumi del 2% in 3 anni".

Parallelamente, le emissioni derivanti dai consumi di energia degli stabilimenti di surgelati sono pari a circa 314.000 tonnellate di CO2 equivalente all`anno, ovvero 344 chili per ogni tonnellata prodotta; valore che ha subito una riduzione del 10% nell’ultimo triennio.

Per quanto riguarda i consumi idrici l`utilizzo medio complessivo di acqua negli stabilimenti produttivi di surgelati è di circa 7,1 milioni di metri cubi l’anno, pari a circa 7.800 litritonnellata prodotta. La maggiore attenzione ai prelievi e un maggior grado di riutilizzo hanno permesso una riduzione nel triennio di circa il 4%. In questa direzione vanno "le tecniche di lavaggio in controcorrente: negli stabilimenti – spiega Donegani – gli ortaggi vengono sottoposti a diversi lavaggi in sequenza con un’acqua che (depurata e potabilizzata dopo i prelievi da pozzo) è usata in controcorrente, in modo cioè che sia massimamente pulita nell’ultima vasca, per il lavaggio finale, e riutilizzata per i lavaggi iniziali". Esiste poi un altro fronte su cui i surgelati possono rivelarsi sostenibili. Riguarda soprattutto l’ultimo anello della catena, quello dei consumi, che siano domestici o della ristorazione.