Mimmo sa come si fa "Fatti e non proclami"

Tabula rasa della dirigenza che ha portato la società alla retrocessione, Tacopina si affida a gente esperta e che ha già vinto

Mimmo sa come si fa  "Fatti e non proclami"

Mimmo sa come si fa "Fatti e non proclami"

Joe Tacopina ha aperto un libro tutto nuovo per la sua terza Spal, la prima di serie C. Liquidati nell’ordine Venturato, De Rossi, Oddo e i loro staff, lasciato a casa a primavera il direttore sportivo Lupo e in estate il suo successore Ortoli, per fare tabula rasa o quasi anche dell’ultima, infelice compagine che ha perso sul campo la serie B, l’americano si è affidato per intero a nuovi professionisti per il suo staff tecnico-dirigenziale.

La prima mossa è stata l’ingaggio di Filippo Fusco nei panni di responsabile di area tecnica. Fusco è un “napoletano del nord” , nella definizione dei suoi stessi amici. Ha 54 anni, è laureato in giurisprudenza e vanta esperienze significative. Fu coordinatore tecnico nel Napoli che nel 2000 vinse la serie B con i gol di Stefan Schwoch, quindi per una quindicina di anni ha lavorato in proprio importando o proponendo calciatori, con l’intermezzo di esperienze a Benevento e Foggia. Ma la vera discesa in campo dietro la scrivania è datata 2014-15, per la promozione in serie A del Bologna di Guaraldi e Diego Lopez, anche se Fusco non completò la stagione da lui felicemente impostata in estate. L’anno dopo si ritrova a Verona con l’amico Pecchia e risale in A anche con l’Hellas. Segue un biennio alla Juventus, nelle vesti di coordinatore della Next Generation che fa la serie C e di uomo dei prestiti dei giovani. Lo scorso anno visse una breve esperienza nella terza serie spagnola al San Fernando. Fusco si è portato come unico collaboratore ufficiale Emanuele Righi, cui ha lasciato l’incarico di direttore sportivo. Dopo lungo bluff tra Tesser e Baldini, Fusco ha infine chiamato come allenatore l’esperto Mimmo Di Carlo. Ma il grosso del suo lavoro è consistito nel liberarsi dei contratti più onerosi e insopportabili per la serie C in capo a calciatori che hanno deluso. La cessione di Prati al Cagliari per 7 milioni (5+2 di bonus) è stata la “chicca”: ma Fusco sa che verrà giudicato in base alle imprese dell’organico fornito a Di Carlo. Sarà sufficiente a tornare in B?

A prima vista, a poche ore dalla chiusura del mercato – quando si scrivono queste righe – la Spal appare abbastanza competitiva nell’undici ma assai meno nei ricambi. E’ lo stesso problema che sulla lunga contribuì ad affossare la squadra lo scorso anno, la carenza di riserve del livello dei titolari: e per vincere ne servono almeno 6-7 che non abbassino l’asticella quando subentrano. La Spal dietro i giocatori più collaudati si affida a molti giovani, diversi anche di belle speranze, ma pur sempre di modesto mestiere a livello di calcio adulto, di serie C. E anche tra i meno giovani si vede qualche lacuna, cui si spera di sopperire magari grazie alla duttilità di alcuni elementi, a partire da Bruscagin e Collodel.

Mauro Malaguti