"Conserve Italia, così raccontiamo la storia"

Dal frullato proteico al pomodoro sostenibile: le novità in programma al salone del cibo. Il direttore Rosetti: "Oltre 160 anni d’innovazione"

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di Francesco Moroni

(Bologna)

Ci sono il frullato proteico Valfrutta e Yoga Combì, mix da bere con frutta secca, la passata biologica e la polpa di pomodoro Valfrutta Green con packaging eco-sostenibili, la polpa Cirio ‘climate neutral’ a emissioni zero per il mercato britannico, le nuove zuppe pronte Jolly Colombani a base di legumi, le fantasie di mais Buonmix Valfrutta. E ancora la gamma di succhi Yoga Optimum senza zuccheri aggiunti e il succo Derby Blue Difesa per i bar, con vitamine e zinco che aiutano a proteggere l’organismo. Sono solo alcune delle novità che Conserve Italia si appresta a presentare a Cibus. Il gruppo cooperativo esporrà le sue eccellenze produttive nello spazio allestito al padiglione 5 (stand H 010), dove ai visitatori viene proposto il racconto per immagini, testi e video della migliore agricoltura italiana. "Una filiera tre volte sostenibile – spiega il direttore generale Pier Paolo Rosetti – che valorizza il lavoro di oltre 14mila soci produttori, realizza 3.500 referenze vendute nel mercato interno e in oltre 70 Paesi, ed è impegnata a ridurre l’impatto ambientale dei

processi produttivi lungo tutto il ciclo, dalla coltivazione fino alla lavorazione e ai trasporti".

Direttore Rosetti, qual è la principale novità con cui vi presentate al Cibus?

"Al di là delle novità di prodotto, quest’anno la nostra presenza in fiera a Parma sarà all’insegna di Francesco Cirio, pioniere dell’industria alimentare italiana che nel 1856 ha introdotto in Italia il metodo della conservazione degli alimenti, contribuendo a rivoluzionare le abitudini di

consumo di milioni di famiglie. Francesco Cirio ha applicato le sue intuizioni prima ai piselli e poi ad altri legumi, fino ad arrivare al pomodoro, il prodotto oggi più di tutti identificato con il suo nome. Le sue innovazioni furono premiate alla Grande Esposizione Universale di Parigi del 1867 e oggi sono alla base del successo del Made in Italy alimentare nel mondo. Racconteremo la sua storia nell’ambito di un evento in programma oggi alle 16.30 al nostro

stand".

Insomma, all’origine delle eccellenze italiane presentate al Cibus, possiamo dire che ci sono le innovazioni introdotte oltre 160 anni fa da Cirio?

"Sì, l’agroalimentare italiano deve moltissimo a questo imprenditore di origini piemontesi, che successivamente ha sviluppato l’attività principalmente in Campania. Il nostro gruppo ha rilevato il marchio Cirio nel 2004 e 18 anni dopo continua a valorizzarlo al meglio, realizzando prodotti di eccellenza a base di pomodoro 100% italiano, oltre ai legumi, che provengono dai soci della nostra filiera agricola e vengono venduti in oltre 70 Paesi in tutto il mondo, dove Cirio è ambasciatore del ‘Made in Italy’. L’anno scorso abbiamo inserito Cirio nel Registro dei marchi storici italiani istituito dal ministero dello Sviluppo economico. Siamo orgogliosi, come azienda cooperativa, di aver contribuito a mantenere saldamente in mani italiane questo nome".

Questa edizione del Cibus cade in un periodo di forti tensioni internazionali, in primis la guerra in Ucraina. Quali ripercussioni sul comparto agroalimentare? Come state cercando di reagire?

"Già nella seconda metà del 2021 le aziende agroalimentari hanno dovuto fare i conti con l’aumento a tutti i livelli dei costi di produzione, dalle materie prime agli imballaggi fino all’energia e al carburante. Poi è arrivato il drammatico conflitto che ha inasprito ulteriormente i problemi già presenti, come i rincari nei costi energetici, aggiungendone però anche altri. Un esempio sono i repentini cambi di colture decisi da molti agricoltori, più interessati a produrre ciò che non arriva più da Russia e Ucraina (in primis grano, mais per l’alimentazione zootecnica e girasole) e che presenta prezzi molto alti (che meglio coprono gli importanti aumenti dei costi agricoli), finendo così per lasciare altre colture orticole tradizionali. Il nostro gruppo cooperativo sta mettendo in campo uno sforzo massimo per gestire al meglio la situazione, tanto da prevedere importanti aumenti di prezzo per gli agricoltori, in particolare su mais dolce e pomodoro. Rappresentiamo la principale filiera italiana in molte categorie di vegetali, siamo consapevoli di quanto sia importante il nostro intervento per salvaguardare queste colture che altrimenti rischierebbero un forte ridimensionamento e al fine di mantenere attiva la base sociale agricola in questa difficile

congiunta. Tuttavia, è necessario che gli aumenti nei costi di produzione vengano distribuiti in maniera equa lungo tutta la filiera".