Classe e PlayStation, una generazione al Max

Verstappen, Leclerc, Russell e Norris: gli under 25 si stanno prendendo tutto nel Circus. A Imola il mito incontra la loro energia

di Paolo Grilli

Non è una Formula Uno per vecchi. L’età media dei piloti si abbassa, e in questa stagione non raggiunge i 28 anni, sebbene nel Circus rimangano senatori inossidabili come Hamilton e Alonso. Diversi i motivi che portano i talenti più giovani a trovare un sedile nel massimo campionato motoristico: la prestanza atletica richiesta nel condurre queste vetture (le accelerazioni laterali fino a 5 g e le frenate con decelerazioni fino a 6 g necessitano di super atleti per essere gestite così a lungo), la presenza di sponsor che fanno ’scavalcare’ la gavetta, più in generale la reattività che mezzi così sofisticati impongono a chi li deve domare. Ma anche la velocità di apprendimento al simulatore, il tempio inviolabile in cui si costruiscono le vittorie.

La ’new generation’ dei campioni, quella cresciuta a pane e Playstation, è stata inaugurata in maniera prorompente da Max Verstappen. A 18 anni ha conquistato il suo primo Gp – Spagna 2016 – stabilendo un record di precocità e mandando direttamente in soffitta ogni saggia prescrizione sull’esperienza che devono fare i piloti per raggiungere il massimo livello. L’olandese volante, ora campione iridato, è l’emblema dei ragazzi terribili che hanno rivoluzionato la Formula Uno, ma se Charles Leclerc lo sta insidiando non è certo un caso. La rivalità tra i due è vecchia ormai di dieci anni, da quando battagliavano nei kart della Wsk Euro Series. Tenaci, sfrontati in pista, per nulla intimoriti dal peso di avere gli occhi del mondo addosso: Max e Charles hanno già segnato un’era. E pensando a loro, peschiamo aggettivi che sono all’opposto delle mollezze cui associamo la gioventù attuale.

C’è poi chi scalpita cercando un posto ancora più al sole, ovvero insidiando i primi due: non è nel Dna di questi piloti accontentarsi, il futuro va afferrato. Pensiamo ovviamente a George Russell, uno che dopo tre Gp è davanti in classifica al compagno nella Mercedes, niente meno che Re Hamilton (e che rischiò di vincere il Gp in Bahrain nel 2021 quando gli affidarono la macchina dell’inglese che era fuori per Covid); ma anche al suo connazionale Lando Norris, a detta di molti uno dei talenti più incredibili che si stanno vedendo in pista negli ultimi anni. E basta guardare alla stagione scorsa, quando il classe 1999 centrò quattro podi e una pole con una McLaren non certo al livello di Mercedes e Red Bull, per capire dove lo possa portare la sua classe.

Imola accoglie la nouvelle vogue del volante con grande calore. Qui i ricordi di un passato glorioso del Circus si fondono con l’energia giovane portata dai campioni dell’avvenire.

Proprio Verstappen è stato il più giovane vincitore sul Santerno, a 23 anni, nella scorsa edizione. Nella speciale classifica viene poi Michael Schumacher, con 25 nella tragica gara del 1994.

Max ha lanciato nei giorni scorsi il suo team Verstappen.com Racing, che gareggerà nei rally reali e negli eSports, le competizioni online sempre più professinali. Segno dei tempi, e se un campione del genere fa questa scelta, è pressoché sicuro che il mondo lo seguirà.