La burocrazia che uccide l'agricoltura

La lettera. Risponde il condirettore del Resto del Carlino Beppe Boni

Bologna, 6 aprile 2021 - Sono una imprenditrice agricola di Modena, rispetto la terra e amo gli alberi: non utilizzo concimi chimici né diserbanti e ho sempre curato le quattro siepi di essenze autoctone che circondano, delimitandolo, il mio podere. Avendo saputo di un sostegno finanziario europeo finalizzato alla conservazione di siepi e boschetti - sostegno che mi è già stato erogato in passato - mi sono procurata il relativo bando regionale: ho così scoperto che, per accedere al sostegno, è richiesta, oltre alla domanda, la perizia di un tecnico e che questa è a tal punto analitica (comportando addirittura le circonferenze dei fusti arborei) da renderla costosissima. Anzi, visto l'elevatissimo numero di alberi presenti nel podere, impossibile da compilare. La domanda che rivolgo alla giunta regionale è: quale fine si propone quando dissuade gli agricoltori che ne hanno diritto dalla legittima richiesta di sostegno europeo? Maria Luisa Diana Marchi

Risponde il condirettore del Resto del Carlino Beppe Boni

Il caso riportato nella lettera è emblematico. In più di una occasione le associazioni agricole, Coldiretti in testa, hanno denunciato l'eccessivo carico di burocrazia per gli imprenditori italiani. Deteniamo il record in Europa. E questo peso mette freni pesanti all'iniziativa imprenditoriale dei produttori agricoli, scoraggiando soprattutto i giovani che debuttano in questo settore che invece bisognerebbe incentivare rendendo più agevole il loro percorso. Tutti sono d'accordo, associazioni e classe politica, ma il nodo non si riesce a sciogliere. In Parlamento giacciono più proposte di legge il cui esame procede al rallentatore. Secondo la Confederazione italiana agricoltori l'eccessiva burocrazia negli ultimi dieci anni ha messo in difficoltà 100mila imprese agricole, in parte costrette a chiudere per il peso opprimente dei  costi e della farraginosità dei rapporti con la Pubblica amministrazione. Il conto per l’agricoltura, sempre secondo la Cia, è di oltre 7 miliardi l’anno: per la singola azienda equivale a due euro per ogni ora di lavoro, 20 euro al giorno, 600 euro al mese, 7.200 euro l’anno. Una mole mostruosa che costringe ogni imprenditore agricolo a produrre ogni anno  materiale burocratico cartaceo che, messo in fila, supera i 4 chilometri e ha un peso che sfiora i 25 chili.  

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