Agricoltura, diminuire il costo del lavoro

Bologna, 23 aprile 2020 - Sono un imprenditore agricolo, oltre che un commerciante all'ingrosso di prodotti ortofrutticoli. Chi percepisce il reddito di cittadinanza, preferisce starsene a casa piuttosto che andare a lavorare nei campi, e se qualcuno ci va, lo fa in nero. Comodo no? Gli italiani il lavoro nei campi lo lasciano agli africani, romeni, bulgari, e albanesi, che io sinceramente preferisco, sono molto più affidabili, non perdono un giorno, e lavorano senza sosta, senza mai guardare l'orologio, insomma a fine mese è un piacere pagarli, il denaro lo guadagnano lavorando, a differenza degli italiani che pretendono tutti i diritti previsti, ma di fatica non ne vogliono sapere. Se prendiamo in esame i prodotti coltivati, beh tutto falso, io non ho ancora visto nessun raccolto abbandonato per mancanza di manodopera, chi coltiva in quantità ha dei programmi ben precisi, e pianifica tutto già prima di iniziare la piantumazione. E' solo un pretesto per regolarizzare i tanti lavoratori venuti dall'estero. E poi le grandi società di importazione preferiscono commercializzare prodotti provenienti dall'estero. Ci guadagnano di più, per non parlare della grande distribuzione. In Italia il lavoro nei campi c'è e non è più così massacrante come una volta, le nuove tecnologie hanno snellito molto, non manca manodopera, manca solo un governo che agevoli un po' più gli agricoltori, che sburocratizzi e dia inoltre la possibilità di sfruttare meglio i finanziamenti europei, che vigili sull'andamento dei mercati e che riduca il costo del lavoro, che è la vera piaga dell'agricoltura. Vito Domenico Maraglino