Cinghiali, cacciatori, danni: sistema da correggere

La lettera. Risponde il condirettore del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 1 giugno 2020 - Mi permetto di scrivere in merito al problema del numero eccessivo dei cinghiali che devastano terreni (l'agricoltura  richiede tempo e sacrifici, è un bene primario) e sono pericolosi e mettono a rischio la vita delle persone. Mi stupisco che nessuno con le competenze del caso risolva la questione non tenendo in conto neppure i casi di  morte  per detti motivi. Con tutto il rispetto per gli animali, penso che il problema vada risolto al più presto, senza indugio per il bene di tutti noi altrimenti chi si prende la responsabilità dei morti per attraversamento di cinghiali?  

 Albina Ghedini, San Lazzaro di Savena (Bologna)

Risponde il condirettore del Carlino, Beppe Boni

I cinghiali sono un problema che manca ancora di equilibrio. Troppi interessi di campanile e una burocrazia paludosa impediscono (anche se è stato fatto tanto) di  regolare la dinamica di questo nodo. Non bisogna sterminare questo animale, come vorrebbero alcuni, ma nello stesso tempo bisogna andare incontro alle esigenze degli agricoltori che lamentano troppi danni. Infine anche i cacciatori organizzati in squadra hanno diritto a che le loro richieste siano esaudite in accordo con gli altri attori del palcoscenico, anche se la prospettiva usata fino ad oggi va cambiata: non può esistere solo la caccia in forma collettiva.

Ora la caccia in selezione al cinghiale, infatti, è aperta anche in forma singola ed è gia un passo avanti. L'aspetto su cui bisogna lavorare è anche la dinamica che deve regolare la filiera della carne, oggi ancora troppo farraginosa e complicata. Inoltre, come sostengono alcuni, va resa più agile l'attività dei cacciatori nelle aree protette dove resistono ancora politiche di tipo eccessivamente conservativo e che sono legate ad una legge sulla caccia ormai obsoleta e che non tiene conto dei cambiamenti avvenuti in questi anni nell'ambiente. Fatta salva l'attività venatoria e di prevenzione, resta il fatto che gli agricoltori e i proprietari dei terreni hanno diritto ad un risarcimento dei danni che non sempre c'è o è parziale. E qui la regia del film non è ancora chiara, tranne che nelle aziende faunistico venatorie dove gli agricoltori si regolano direttamente con i concessionari. Tuttavia va detto che molto è stato fatto per contenere i danni. però c'è ancora da lavorare. beppe.boni@ilcarlino.net

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