Bologna, 13 settembre 2022 - Abito per diversi giorni all'anno in un paese dell'Appennino e come tanti residenti dispongo di un camino a legna che accendo quando fa molto freddo in aggiunta al normale impianto a gas. Mi dicono alcuni conoscenti che ora è vietato. Possibile? Un camino inquina molto meno di certi automezzi obsoleti (soprattutto camion) che circolano ogni giorno sulle strade. Con i tempi di crisi energetica che corrono mi chiedo cosa succederà. E forse sarà meglio soprassedere su questa norma che giudico comunque impropria.
Gian Luca Zunarelli
Risponde Beppe Boni
Partiamo dalle norme in vigore. Ci sono in effetti alcune regioni che hanno varato il divieto di bruciare legna se non con impianti di ultima generazione. Una regola ovviamente disattesa dalla quasi totalità di coloro che posseggono camici o stufe. C'è infatti ben altro che inquina, come certi automezzi pesanti che ogni giorno circolano sulle strade. Tra le regioni interessate al divieto ci sono La Lombardia, dove la multa può arrivare fino a 5000 euro, ma dove però ci sono delle deroghe per chi ha i caminetti e gli impianti con potenza al focolare fino a 10kW, utilizzati saltuariamente per scopi ricreativi o gli impianti storici. Seguono poi anche Emilia Romagna, Veneto,Toscana, dove il divieto di usare la legna per i camini, anche qui con alcune deroghe, diventa sempre più stringente. Le proteste dei cittadini da tempo si fanno sentire. Le restrizioni e le modalità di utilizzo a seconda dell'impianto in Emilia Romagna riguardano: caldaie con alimentazione a pellet o a cippato caminetti aperti, camini chiusi, cucine a legna, inserti a legna, inserti e cucine a pellet, stufe, stufe a legna, stufe ad accumulo, termostufe. Insomma, ogni generatore di calore a biomasse a livello domestico. Se però con la crisi energetica in atto siamo costretti, speriamo per un tempo limitato, a riutilizzare le centrali a carbone forse sarà meglio studiare con buonsenso anche una attenuazione dei divieti su stufe e camini.
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