Gli immigrati e il Vaticano

Ho apprezzato gli argomenti esposti  tempo fa dal lettore Carlotti sul Carlino contro la posizione dell'arcivescovo di Ferrara in tema di immigrazione irregolare. A tali argomenti obiettivi, penso che, quando l'interlocutore immigrazionista è un uomo di Chiesa, si possa aggiungere questo "ad personam": che nello Stato della Città del Vaticano, caso forse unico al mondo, il numero degli immigrati è zero. Se a questa osservazione si obietta che la Città del Vaticano è piccolissima, replico: in primo luogo, che il comando evangelico di accogliere lo straniero non prevede limiti né eccezioni; in secondo luogo, che, se pure introduciamo noi un limite, allora il Vaticano dovrebbe dare asilo a un numero di persone in rapporto alla sua popolazione e cioè, facendo le proporzioni con l'Italia, otto unità (s'intende, scelte dal caso, e con i loro discendenti). Insomma, la gerarchia cattolica sembra seguire il principio: aiutiamoli, ma a casa d'altri.

Carlo Lauletta, Ferrara