Kabul dimenticata

Sarebbe necessario che non si spegnesse la flebile fiammella che alimenta la speranza di libertà che le nuove generazioni afghane sono riuscite ad assaporare durante gli ultimi venti anni. Poter scegliere un libro, un film, un corso di studi, un telefonino, una partita di calcio, una compagna, sono cose che non si dimenticano facilmente e a cui è difficile rinunciare. Lo sanno bene, con timore, anche i talebani. Non altrettanto consapevoli, appaiono i paesi occidentali, che si limitano ad agitarsi su come accogliere o non accogliere i profughi, senza preoccuparsi di quelli che sono rimasti e che rimarranno; per salvaguardare le loro condizioni di vita, servirebbe una strategia molto audace (non spericolata) e ricca di inventiva, mentre sembra che i nostri siano ormai sclerotizzati sull’ordinario e sugli spiccioli tornaconto immediati. Enrico Venturoli