Ponte di Genova, la memoria e il futuro

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 6 agosto 2020 - Ancora una volta questo Governo ha calpestato la memoria di 43 vittime innocenti con la spettacolarizzazione della riapertura del ponte di Genova. Tutto andava fatto con sobrietà e rispetto proprio per non infangare il ricordo di coloro che sono morti e di chi piange la loro scomparsa. Invece no, ci voleva l'esaltazione di un'opera che andava comunque fatta bene e presto, ci volevano le frecce tricolori e soprattutto ci voleva la presenza delle massime cariche dello Stato alla faccia di chi soffre. Dovrebbero scusarsi tutti con i parenti delle vittime e con l'Italia ma questo atteggiamento non è nel dna di chi ci governa.

Riccardo Raggi, Forlì

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Il dolore, la memoria e l'inaugurazione di una grande opera, che pure deriva da una tragedia, sono aspetti diversi. Gli errori commessi sono oggetto di una inchiesta giudiziaria che avrà sviluppi importanti, ovvio. Nello stesso tempo il governo, a torto o a ragione, ha preso decisioni concrete sulla errata gestione e manutenzione dell'opera. La spettacolarizzazione del ponte rinnovato serve anche a far comprendere che da un fatto drammatico bisogna ricominciare con idee più chiare e migliori per evitare che ciò che è successo si ripeta. Nel nome delle vittime. Genova deve il nuovo futuro anche alle persone che hanno pagato con la vita questa svolta. beppe.boni@ilcarlino.net voce.lettori@ilcarlino.net