LUCA RAVAGLIA
Sport

Cesena Gasperoni, che gioia al debutto

La neoeletta presidente del Centro Coordinamento Club ha vissuto una stagione indimenticabile: "La serie C ci andava strettissima"

Cesena Gasperoni, che gioia al debutto

Cesena Gasperoni, che gioia al debutto

In una squadra bianconera, le quote rosa non contano. Contano il merito, la passione e l’impegno di chi a seguire il Cavalluccio ci ha passato una vita, fin da bambina a ruota del padre e poi da adulta, come prima donna presidente del Centro Coordinamento Club del Cesena.

A volerla raccontare con una battuta, si potrebbe dire che Monia Gasperoni ha portato davvero bene ai romagnoli, ma qui, intorno all’Orogel Stadium, le cose non succedono mai per caso.

Così la super scaramantica Gasperoni, che fino al triplice fischio contro il Pescara, la parola ‘promozione’ non solo non la pronunciava mai, ma quando la sentiva dire da qualcun altro, tanto per non rischiare si copriva le orecchie, si è trovata a gestire l’entusiasmo di un popolo che settimana dopo settimana diventava sempre più strabordante.

"Non sono mai stata sola – ha commentato – perché ho sempre saputo di avere al mio fianco una ‘squadra’ di amici competenti e genuini sui quali fare affidamento. Certo non è stato facile, tra le trasferte (comprese quelle lontanissime e quelle con pochissimi biglietti a disposizione) da affrontare, gli eventi ai quali pensare e pure una super coreografia alla quale dedicarsi (si vedrà in queste ore, in occasione dell’ultima gara di campionato contro il Perugia, ndr) ma le gratificazioni sono state indescrivibili, a partire dall’entusiasmo che si vedeva crescere tra noi settimana dopo settimana".

Gasperoni si è anche goduta la festa in presa diretta, a due passi dal campo: "Come in tutte le partite in casa – ha rivissuto gli attimi decisivi della gara contro il Pescara - arrivati agli sgoccioli del match ero pronta ad avvicinarmi al terreno di gioco, per garantire insieme ad altri colleghi, il cordone di sicurezza. L’ho fatto anche sabato 30 marzo e lo ho fatto sospirando, convinta che per la festa avrei dovuto aspettare un’altra settimana. Invece mi sbagliavo: giusto il tempo di raggiungere la mia postazione ed ecco che è arrivato il gol di Pierozzi: mi sono trovata nel cuore dell’azione, a due passi dai giocatori. E’ stato indimenticabile, il coronamento di lunghi anni di sacrifici. Perché parliamoci chiaro, i sacrifici ci sono stati, eccome. A noi la serie C va strettissima. Calcisticamente parlando il momento peggiore per me è stato quando ci incontrammo tra tifosi a discutere su quale nuovo stemma avremmo preferito mettere sulle maglie. Dopo il fallimento del club in effetti pareva che avessimo perso pure il cavalluccio. Per fortuna non è andata così, ma quella cicatrice resta. E mi influenza ancora".

Le cicatrici restano, certo, ma i momenti belli le ammorbidiscono. Questo è un momento bello, corroborato certamente dal risultato sportivo della squadra che si è presa la promozione, ma alimentato settimana dopo settimana dall’entusiasmo di un popolo, quello che si metteva in fila a caccia di biglietti (troppo spesso troppo pochi) e che non si è mai fatto spaventare dagli orari e dalle cartine geografiche. Anche la Sardegna pare dietro l’angolo, se c’è da andare a godersi il Cesena che gioca. Così sui sedili dei pullman come degli aerei si stringono amicizie che poi finiscono per durare generazioni: è questo il valore aggiunto di condividere una fede calcistica, farsi conquistare da tutto quello che arriva sempre e comunque, anche quando perdi.

Ma quest’ano si è vinto, si è vinto praticamente sempre e dunque ciò che resta da fare ora è festeggiare.

"Ci divertiremo alla grande, perché ce lo meritiamo. Poi guarderemo avanti, verso la seconda parte dell’estate e verso la serie B che ci aspetta. Bella la serie B… Ci mancava davvero tanto".