LUCA RAVAGLIA
Sport

Cesena Il lato più bello dello sport è per tutti

Cresce l’attenzione verso il modello di calcio integrato. Buratti: "Enorme valore per la comunità. Anche la Uefa lo sta incentivando"

Cesena Il lato più bello dello sport è per tutti

Cesena Il lato più bello dello sport è per tutti

Intervallo, le squadre lasciano il campo per ripiegare negli spogliatoi e per passare la palla ad altri atleti, i ragazzi che partecipano al progetto del calcio integrato. Li vedi fin da quando superano la riga laterale, conquistando il cuore dell’Orogel Stadium. Vedi l’emozione che si mescola alla gioia, mentre puntano decisi verso la porta sotto la Curva Mare, che è lì, scoppiettante, ad aspettarli. In mezzo c’è un percorso fatto di coni da dribblare, di passaggi e di avvicinamento alla zona del tiro. Eccoli che arrivano, uno alla volta, in pieno ritmo: portiere da una parte, palla dall’altra. Gol. La curva fa la sua parte, eccome se la fa e al boato che scende dall’alto, segue l’esultanza di chi ha segnato ben più di una rete.

E’ bello raccontare le storie dei progetti che portano qualcosa di davvero concreto a favore della comunità, in particolare di quella parte troppo spesso messa in secondo piano dai ritmi frenetici di una vita che pare non avere tempo per tutti. E’ bello raccontare, ma molto di più è bello crearli quei progetti, che una volta che li hai scoperti, non li abbandoni più. Perché ti accorgi che giorno dopo giorno ti cambiano la vita.

Il principale riferimento del mondo del ‘calcio integrato’ a Cesena, ma anche a livello nazionale, è Massimo Buratti, che questo progetto lo ha coltivato negli anni, arrivando a fare in modo che quella avviata dal Cesena Calcio sia la prima iniziativa totalmente inclusiva e organizzata in maniera continuativa nel corso di tutta la stagione da un club professionistico nella galassia del calcio italiano.

"L’intero mondo sportivo – argomenta Buratti – sta dedicando sempre più attenzione all’importanza di integrare le attività di atleti normodotati a quelle di chi deve fare i conti con disabilità di vario genere. Anche la Uefa sta facendo la sua parte. L’accelerazione di questo percorso è data da un dato di fatto molto semplice e incontrovertibile: semplicemente, questo approccio funziona. I risultati sono tangibili e di grande valore per i ragazzi e le loro famiglie. Ci muoviamo principalmente su due fronti, partendo prima di tutto dal miglioramento dell’autostima. Piange il cuore a dirlo, ma non ci si può nascondere dietro a un dito: purtroppo per i ragazzi che convivono con disabilità psichiche questa è spesso davvero molto bassa. Non è giusto e soprattutto è immotivato. Lavorare con loro su questo aspetto porta frutti importanti. Tanto che chi inizia a frequentare i nostri corsi, poi generalmente non smette più, trovando anzi sempre nuovi stimoli e passioni".

L’altro aspetto dirimente è quello del miglioramento delle autonomie. "Si procede a piccoli passi, senza forza né i tempi, né i comportamenti. Però i fatti sono lì, davanti a tutti. I primi approcci col pallone sono complicati, la sfera finisce calciata via e si perde il controllo. Ma le stesse persone dopo qualche mese cambiano completamente: trovano più padronanza dei movimenti, maggiore controllo del corpo. La palla resta lì, attaccata ai piedi, pure mentre dribblano i conetti. La mente parla e il corpo reagisce".

Al momento la realtà cesenate conta 18 tesserati, di età varie, che due volte alla settimana si allenano per un’ora e mezza insieme a sei atleti a rotazione del settore giovanile del Cavalluccio: "La collaborazione col responsabile del vivaio Filippo Biondi è oliatissima – prosegue Buratti – e sta portando ottimi risultati. Questo progetto è un valore aggiunto per tutti, compresi i ragazzi normodotati che si avvicinano ai loro coetanei in modi che magari a scuola non avevano mai preso in considerazione. E’ una delle magie dello sport: la capacità di mettere tutti sullo stesso piano. A proposito di scuola, lavoriamo anche con quella istituzione per cercare di allargare quanto più possibile il raggio, presentando alle famiglie un’opportunità che non deve mettere soggezione, ma deve invogliare quanto meno a provare. Lo dico perché so che una volta provato, poi si resta conquistati…".

Lo dimostra il fatto che i più grandi ormai hanno superato i vent’anni e continuano a restare all’interno del progetto: "Offriamo una valida prospettiva di reale integrazione che, permettetemi, va anche oltre lo sport praticato soltanto tra persone con disabilità. Il pieno coinvolgimento degli atleti normodotati è la chiave di volta che porta alla vera e completa inclusione sociale". Ai 18 tesserati cesenati si aggiungono quelli dello storico club fondato sempre da Buratti a Savignano e quelli della più recente realtà sammarinese: in tutto una cinquantina di atleti che a maggio si daranno appuntamento all’Orogel Stadium per celebrare un evento speciale a loro dedicato.