La gioia dei tifosi. Celebrazioni fino a notte tra il centro storico, il Comune e i locali della città

La città festeggia la promozione della squadra di calcio con entusiasmo e gioia, dalle strade al palazzo comunale. I tifosi esultano e i giocatori celebrano insieme alla dirigenza americana. La festa continua fino a notte inoltrata, ma ora c'è da continuare a vincere.

L’entusiasmo è contagioso e strabordante. L’Orogel Stadium è troppo poco, perché la festa promozione è per tutta la città. E tutta la città la rivendica.

Mentre gli spalti del ‘Manuzzi’ cominciano a svuotarsi, il fiume in piena dei tifosi si sposta nelle strade e nelle piazze della città, a partire da quelle più centrali. Alla Barriera c’è gente che se ne va in giro con una ‘B’ sottobraccio, in viale Mazzoni partono caroselli e in piazza del Popolo arrivano i giocatori.

Arrivano su un paio di pulmini che si trasformano in un estemporaneo palco dal quale gridare alla vittoria. Un po’ come i bus scoperti che servono per la parata tra le ali di folla, con la coppa di turno alzata al cielo. Qui siamo magari qualche scalino più in basso, ma lo spirito è lo stesso.

"Tanto già lo so, che l’anno prossimo gioco di sabato!" grida la piazza.

La squadra risponde prendendo in prestito un fumogeno che colora il cielo di rosso e rilanciando sul coro successivo: "Ce ne andiamo, ce ne andiamo in serie B!".

In effetti la direzione è quella. Passando magari dalla scalinata del palazzo comunale, dove a fare gli onori di casa ci sono il sindaco Enzo Lattuca e il suo vice, anche assessore allo sport, Christian Castorri: è già tutto pronto, dallo spumante per brindare, all’uovo di cioccolata per lusingare il palato. A godersi lo spettacolo c’è anche la dirigenza americana, che alza i calici insieme al primo cittadino nella Sala degli Specchi, il luogo di rappresentanza del Comune, dove si celebrano i matrimoni, si accolgono le delegazioni, si consegnano i riconoscimenti. E si festeggia la promozione in B.

C’è chi alla famiglia Aiello tributa un robusto applauso: "Usa, Usa, Usa!" mentre Saber arraffa furtivamente un grande uovo e lo fa cadere dal balcone, offrendolo ai tifosi. Che non hanno bisogno di andare in cerca della sorpresa: il regalo più bello lo hanno appena scartato.

Si continua, fino a notte, nei locali, tra amici, tra giocatori, ognuno a modo suo, perché ognuno questo momento se lo è meritato, eccome. Si continua anche al primo allenamento della nuova settimana, a porte aperte, con gli applausi e i cori. Poi basta. Per ora. Perché ora c’è da continuare a vincere.

Luca Ravaglia