Montanari, l’uomo al timone: "Io, da maratoneta a organizzatore"

Tutto è nato dalla sua passione: "Vent’anni fa ci presero per pazzi quando abbiamo cominciato"

Montanari, l’uomo al timone: "Io, da maratoneta a organizzatore"

Montanari, l’uomo al timone: "Io, da maratoneta a organizzatore"

Al timone della macchina organizzativa della ColleMar-athon sin dalla prima edizione c’è Annibale Montanari, un appassionato di podismo dall’entusiasmo contagioso.

Montanari, quando nel 2003 avete realizzato la prima ColleMar-athon avrebbe mai pensato di arrivare alla 20esima edizione?

"Onestamente no. Anche dalla Federazione ci davano dei pazzi, perché dar vita a una maratona è sempre impegnativo e una in linea, come la nostra, che parte da un paese dell’interno e arriva al mare è particolarmente complessa".

Il segreto di questa longevità? "L’aiuto di tutto il territorio, che si è messo in gioco con noi. Intorno alla manifestazione lavorano 300 volontari, 15 gruppi sportivi, tante associazioni tra cui le pro loco, la Protezione Civile, le forze dell’ordine. E poi abbiamo il sostegno dei cinque comuni coinvolti, di Regione, Provincia, Panathlon e di oltre 200 sponsor".

Andiamo indietro nel tempo. Com’è nata la ColleMar-athon?

"Io sono appassionato da sempre di maratone e ne ho disputate tante in giro per il mondo, da New York a Berlino, fino all’Africa. Quando sono arrivato a quota 100, nel 2002, mi sono detto che sarebbe stato bello organizzarne una nostra, dal mio paese d’origine, Barchi, sino a Fano. Così ho coinvolto l’amico Claudio Patregnani, che era presidente del gruppo podistico barchiese e siamo partiti: l’edizione d’esordio si tenne il 4 maggio 2003 e fu subito un successo, con i concorrenti entusiasti del percorso e dell’accoglienza ricevuta. Da lì ogni anno è stato un crescendo di consensi e iscrizioni, fino al drammatico periodo del Covid, che ci ha costretti ad annullare tutto nel 2020 e 2021. Nel 2022 siamo ripartiti ed eccoci qui, alla 20esima edizione". La vostra è la ‘Maratona dei Valori’; da cosa scaturisce questo appellativo?

"Da subito abbiamo voluto con noi partner umanitari, di cui promuoviamo le iniziative e che cerchiamo di sostenere economicamente. Al nostro fianco ci sono Unicef, Avis, Telethon, Aido, Omphalos, Urukundo Onlus, Hola Rimba. E sempre in tema di ‘valori’ cito il progetto che portiamo avanti con le scuole per trasmettere ai giovani la passione per lo sport e i suoi principi più autentici, oltre all’importanza di una corretta alimentazione. Aspetto, quest’ultimo, che curiamo anche il giorno della gara: la ColleMar-athon è l’unica maratona in cui il pasta-party per i concorrenti è preparato con prodotti interamente biologici. Da quest’anno, infine, avremo un occhio di riguardo in più anche per l’ambiente, grazie ad Aset che ci ha fornito 18mila bicchieri biodegradabili, che ci consentiranno di evitare la distribuzione delle bottigliette di plastica nei punti ristoro".

Tutto ok per il 5 maggio?

"Le cose fatte e da fare sono moltissime, ma la grande famiglia ColleMar-athon è pronta e l’auspicio di tutti noi è che quella di domenica prossima sia un’altra grande giornata di sport e promozione del territorio".

s. fr.