Fiducia nella ripresa "Le aziende investono, non stanno a guardare Cruciale il Pnrr"

Il presidente di Confindustria Romagna, Roberto Bozzi ne è convinto: "Tessuto produttivo locale resiliente e in grado di adattarsi agli scenari. Il grande laboratorio energetico è un volano per portare altre novità".

Fiducia nella ripresa  "Le aziende investono,  non stanno a guardare  Cruciale il Pnrr"

Fiducia nella ripresa "Le aziende investono, non stanno a guardare Cruciale il Pnrr"

di Lorenzo Tazzari

"Grazie alla componente interna della domanda, l’industria ravennate ha saputo resistere e reagire a un periodo critico, e insieme alla buona performance dei servizi ha contribuito alla tenuta generale del sistema economico locale" commenta il presidente di Confindustria Romagna, Roberto Bozzi tracciando un quadro della prospettive per le aziende del territorio a cavallo fra il 2022 e il primo semestre del 2023.

"Le nostre aziende, anche nell’emergenza – aggiunge il presidente dell’associazione di categoria – non hanno mai perso di vista l’orizzonte della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Su questi temi c’è una consapevolezza forte e si stanno improntando adeguamenti che impatteranno in modo perenne: dall’ultima rilevazione del nostro centro studi, ad esempio, il 55,3 per cento delle aziende ravennati intervistate intende migliorare nel 2023 la sostenibilità della propria attività. Il 20,5 per cento prevede di effettuare investimenti nell’efficientamento energetico degli impianti e il 31,1 per cento in autoproduzione di energia elettrica, con una predilezione netta per il fotovoltaico (71,3 per cento)".

È un esempio concreto che spiega come il rallentamento dovuto agli effetti di pandemia, costi delle materie prime, crisi energetica e rialzo dei tassi non si sta traducendo in recessione. "Rileviamo che l’export non è ancora tornato ai suoi livelli consueti – analizza Bozzi – ma ci sono comunque attese positive, gli effetti degli aumenti energetici dovrebbero andarsi esaurendo e siamo ragionevolmente fiduciosi che avremo un periodo di ripresa, con alcune revisioni di strategie: notiamo per esempio un avvicinamento logistico della produzione verso siti di prossimità. Sul fronte turistico segnali confortanti arrivano dalle importanti presenze registrate a Pasqua e che proseguono in questa prima parte di primavera".

Certo, sulla solidità di questo rilancio giocherà un ruolo cruciale l’effettiva concretizzazione delle enormi opportunità del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma le aziende non stanno a guardare, non giocano in difesa né sono attendiste: "Anche questa è una caratteristica della resilienza del tessuto produttivo ravennate". Gli investimenti indotti dal cambiamento climatico ne sono una dimostrazione, così come la capacità di adattarsi ai mutati scenari: "Su questo un caso da manuale è la trasformazione del distretto energetico che ha fatto grande l’economia ravennate in green energy valley. Il rigassificatore, il progetto dell’hub, la ripresa delle estrazioni, la captazione e lo stoccaggio di CO2: molto è stato fatto, molto resta da fare, ora occorre accelerare con decisione sulle fonti rinnovabili, innalzarle allo stesso carattere d’urgenza con cui sono state affrontate le fonti energetiche tradizionali nel decreto gas release".

A cascata, questo grande laboratorio energetico "è un volano per altre importanti novità: comunità energetiche, infrastrutture necessarie, aspetti tecnologici e logistici. Non solo: questi profondi e rapidissimi cambiamenti si portano dietro naturalmente nuove esigenze, a partire dal cuore di ogni attività, le persone".

"La nostra associazione – conclude Bozzi - monitora molto da vicino le competenze necessarie per queste trasformazioni complesse, che aprono grandi margini di crescita per chi saprà coglierle a partire dalle green skills: dialoghiamo costantemente con scuole, università, centri di ricerca e tecnopoli. Attraverso l’osservatorio di Unimpiego Confindustria, la società di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro del sistema associativo, rileviamo su Ravenna richieste sia di profili amministrativi, junior e con esperienza, sia di figure tecniche ed ingegneristiche, a partire dai progettisti meccanici. Lato formazione, l’ente Sestante Romagna ha recentemente avviato un corso gratuito per formare tecnici della gestione sostenibile e digitale dell’impresa, un profilo professionale sempre più ricercato e richiesto anche sul territorio ravennate.

Infine, per la provincia di Ravenna è fondamentale anche quello degli aeroporti di Forlì e Rimini. "La prospettiva di una possibile collaborazione tra gli aeroporti di Forlì e Rimini è un’ipotesi benvenuta e di grande importanza per il territorio romagnolo" dice Confindustria Romagna. Da tempo proponiamo "una visione di area metropolitana romagnola e sostiene la necessità di una sinergia tra tutti gli asset del territorio, a partire dagli scali: la domanda nel settore sta dimostrando che lo spazio c’è, le due società sono guidate da imprenditori esperti e capaci, e uno sviluppo armonico e coordinato delle strutture, ognuna per le proprie attitudini di mercato, può portare solo benefici sia a livello locale, sia a livello regionale".

"In quest’ottica – prosegue – l’associazione condivide e rilancia le parole dei primi cittadini di Forlì e Rimini, auspicando che possano tradursi presto in un avvicinamento fattivo, riproponendo la suggestione di un aeroporto della Romagna con due piste"